PERUGIA - In otto anni ha rubato 56mila euro facendo la cresta sulle cartelle esattoriali pagate dai contribuenti: è per questo che un cassiere dell'Agenzia delle entrate di Perugia è accusato di peculato e di accesso abusivo alle banche dati, con il procuratore capo Raffaele Cantone che ha appena chiuso le indagini, anteprima di una probabile richiesta di rinvio a giudizio.
L'uomo, un cinquantenne perugino difeso dall'avvocato Raffaella Pileri, secondo la ricostruzione dei carabinieri di Assisi, in quanto addetto alla cassa e alla gestione delle istanze di rateizzazione e rottamazione delle cartelle esattoriali (e con l'aggravante di essere un pubblico ufficiale) si sarebbe appropriato, con diversi escamotage, di parte delle somme versate da chi andava nella filiale di Perugia per saldare i propri debiti con il fisco. Escamotage, tra l'altro, anche abbastanza furbi, visto che nessuno si è accorto degli ammanchi e delle discrepanze in cassa fino ai dubbi di un contribuente che nel luglio del 2019 si è presentato dai carabinieri con qualche sospetto. E l'uomo ci aveva visto così bene, che adesso al cinquantenne si contestato quasi un centinaio di episodi di peculato, ricostruiti tra il 2012 e il 2020 dopo due anni di indagini. Nei guai è finito anche un suo giovane collega, un 38enne, accusato di favoreggiamento per aver cercato di buttare – su richiesta dell'altro dipendente – i documenti che avrebbero potuto incastrarlo con l'arrivo dei militari. Entrambi sono stati sospesi, mentre è già stato eseguito un sequestro preventivo, disposto dal gip di Perugia, su conti correnti bancari e immobili intestati all'indagato per un totale di 56mila euro.
LA STORIA
Tutto nasce dalla denuncia di un contribuente, convinto che «l'impiegato aveva intascato parte dei soldi da lui versati mensilmente – spiega una nota della procura – per saldare delle cartelle esattoriali rateizzate e che pochi giorni prima ci aveva provato di nuovo».