Carburanti, Perugia più cara di Terni. A ottobre calo mensile dello 0,6%, in vista altri ribassi

Rispetto a due anni fa pieno più caro di 70 euro. Falcinelli (Codacons):«Gestire l'auto per alcuni non è più sostenibile»

I prezzi di un distributore ieri a Perugia
di Fabio Nucci
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Venerdì 17 Novembre 2023, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 08:34

La corsa dei listini dei carburanti sembra essersi fermata in Umbria e anche i dati di ottobre diffusi nei giorni scorsi vedono il capitolo in calo dello 0,6% rispetto a settembre. Ma già nei giorni scorsi, specie il rifornimento alla pompa, presentava segnali di rialzo, con Perugia più cara di Terni e listini in salita anche nelle cosiddette “pompe bianche”. «I prezzi che calano dipendono unicamente dal mercato internazionale che negli ultimi mesi ci ha abituato ad aumenti e contrazioni», spiega Giulio Guglielmi, presidente regionale Figisc Confcommercio. Nonostante la maggior stabilità, rispetto a due anni fa, si rilevano aumenti del 30% per il gas metano, del 25% per il gasolio self service.
L’ultimo dato ufficiale, secondo le rilevazioni dell’ufficio statistica del Comune di Perugia per l’Istat, i prezzi dei carburanti per mezzi di trasporto privati sono cresciuti del 7,1% annuale ma a livello tendenziale si nota un trend al ribasso, con ottobre che ha segnato un -0,6%. Una discesa che è proseguita a novembre, considerando che a Perugia il 13 novembre per il self service è stato rilevato un prezzo medio di 1,83 per la benzina e 1,814 per il diesel, a Terni di 1,789 e 1,781. Un calo significativo rispetto a settembre quando gli stessi prezzi viaggiavano rispettivamente (vedi tabella) a 1,973 e 1,893, col capoluogo di regione con listini più pesanti. «Perugia rimane tra le città più care in ogni settore e i prodotti energetici non fanno eccezione», osserva Carla Falcinelli, presidente del Codacons Umbria. «Dopo l’introduzione del “cartello” con l’indicazione dei prezzi di riferimento i distributori a “bandiera bianca” si sono avvicinati ai prezzi delle società petrolifere», aggiunge Guglielmi. Un fenomeno riscontrato anche dal Codacons Umbria. «Ritocchi verso l’alto erano inevitabili, e ora temiamo rincari per le tensioni internazionali».
Uno spettro che valutano anche i gestori degli impianti di distribuzione carburante su strada. «La riduzione che si avverte in questo periodo non è legata all’esposizione dei cartelli con i prezzi di riferimento regionali che, anzi, hanno creato più confusione che altro», spiega Guglielmi. «Se ora siamo nel periodo delle contrazioni il motivo va ricercato nelle dinamiche di mercato. Tanto più che con questo clima internazionale nessuna compagnia è disposta a fare contratti a prezzo fisso, si fanno acquisti giornalieri o al più settimanali: nessuno rischia di proporre contratti a prezzo fisso per periodi lunghi».
Consultando la mappa dei listini, dal sito Osservaprezzi, si nota una grande variabilità nei prezzi. «Siamo in una fase di contenimento, ma il problema è che da quanto riscontriamo, ci sono sempre grandi differenze tra una pompa e l’altra – aggiunge Damiano Marinelli, presidente Unc Umbria - e tolti alcuni tipi di miscele pubblicizzate, tutti vendono lo stesso prodotto, diesel o benzina. Queste differenze ci sono e ciò che il consumatore può fare è evitare distributori dove i prezzi sono più alti. Scegliere è sempre un vantaggio». L’alternativa, per risparmiare, è utilizzare in modo più razionale l’auto. «Abbiamo notato che l’utente non ha più la solita propensione a prendere l’auto – rileva Guglielmi – e anche se il gasolio, ad esempio, oggi si attesta su 1,8 euro al litro, non si tratta di un “prezzo di eccellenza”. Le famiglie così cercano di prendere meno la macchina per poter risparmiare».
L’impatto sulle finanze domestiche è stato rilevante considerando l’andamento dei listini dei carburanti nella regione.

Considerando il prezzo medio, c’è stato un aumento del 30,8% per il metano per autotrazione, del 24,5% per il gasolio self service, del 18,9% per la benzina self service, mentre solo il Gpl a settembre presentava listini in linea con quelli del 2021. Questo si è tradotto in un pieno più caro di una cifra che oscilla tra i 60 e i 70 euro, per un’incidenza sulla spesa annuale tra i 500 e i 1000 euro. «La riduzione dei consumi di carburante era prevedibile stante i numerosi aumenti che riguardano le bollette (guarda caso l’aumento del gas avviene alle soglie dell’inverno), generi alimentari, rc auto e come si riducono gli acquisti di cibo si taglia anche su benzina e diesel», aggiunge Carla Falcinelli. «Oggi chi può evita di prendere la macchina magari anche perché si è rinunciato ad acquistare altri beni. La gestione dell’automobile, considerando bollo, assicurazione, manutenzioni varie e il cambio gomme, sta diventando un peso ai limiti della sostenibilità per molte famiglie umbre».

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