«Distribuivo volantini elettorali, mi hanno sputato»

Ponte Felcino, il luogo in cui è avvenuto lo scontro tra attivisti di Potere al Popolo e Casapound
di Federico Fabrizi
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Giovedì 22 Febbraio 2018, 12:20 - Ultimo aggiornamento: 12:45
PERUGIA  - Riccardo Marchetti ha trent’anni, negli anni ‘70 quando rossi e neri menavano e sparavano lui non era ancora nato. È un leghista, nel suo profilo whatsapp tiene una foto in cui abbraccia Salvini; è candidato per il centrodestra alla Camera nel collegio dell’Appennino: «Mercoledì ero al mercato di Umbertide a distribuire i miei volantini - racconta - una persona mi ha detto: “fascista di m...” ed ha sputato in terra davanti a me. Una cosa assurda».
La rissa di martedì sera a Ponte Felcino, conclusa con due attivisti di Potere al Popolo in ospedale e accuse reciproche con un gruppo di Casapound, non è l'unico episodi di una campagna elettorale che rischia di trasformarsi in qualcosa di diverso.
«Sì, è capitato anche a me in questi giorni di essere insultato... in un modo che non può essere ammesso in una campagna elettorale - spiega il segretario del Pd Giacomo Leonelli - c’è chi fomenta l’odio e a certi messaggi alcune persone fanno seguire le parole, altri le azioni... questo sta succedendo». Ai grillini, finora, è andata meno peggio: «A Perugia c’hanno strappato parecchi manifesti - racconta il deputato pentastellato Filippo Gallinella - e altri partiti li hanno affissi sopra i nostri, ma a questo siamo abituati». Il racconto dei giorni della campagna elettorale è più cronaca per gli agenti della digos che dibattito sulla flat tax. Domenica 4 febbraio in centro a Perugia è spuntata un scritta in via Cartolari, sotto l’immagine di Paolo Vinti, un intellettuale di sinistra scomparso qualche anno fa: «Macerata non è che l’inizio». «Un fatto che forse è stato sottovalutato - dice Andrea Mazzoni di LeU mentre partecipa al “corteo antifascista” in corso Vannucci organizzato dopo l’episodio di Ponte Felcino - opporre estremismi non fa bene alla democrazia. LeU sostiene la mobilitazione antifascista sul terreno della non violenza». Lo scorso 8 febbraio alla vigilia della visita di Matteo Salvini a Umbertide qualcuno ha appeso un lenzuolo ad un cavalcavia tra la E45 e la Pian d’Assino: «Occhio Salvini, stavolta spariamo noi».
Nella notte tra lunedì e martedì, a Ponte San Giovanni, sono spuntati manifestini razzisti contro i rom. I carabinieri sono sulle tracce di chi li ha affissi. nei giorni scorsi, a Spoleto, è stata presa di mira la canonica di don Giacomo Formenton, “il prete antirazzista”.
«Nella mia pagina Facebook, quella sponsorizzata, mi capita di ricevere un po’ di tutto - aggiunge Franco Zaffini (Fdi) - chi è esperto di social media m’ha spiegato che può essere normale poiché viene rilanciata nei profili di tutti. Sinceramente io non vedo assolutamente un clima da anni di piombo, proprio no, non scherziamo. Ma credo che tutti, non solo i politici, dobbiamo sforzarci di restituire alla politica il ruolo e l’importanza che deve avere: affrontare i problemi delle persone».
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