Il calendario 2017 dell’ACI Perugia
dedicato al potente rombo del “toro”

Il calendario 2017 dell’ACI Perugia dedicato al potente rombo del “toro”
di Ruggero Campi
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Sabato 31 Dicembre 2016, 15:47
Quest’anno il Calendario dell’Aci di Perugia è giunto alla sua decima edizione, un bel record, e andrà a ruba come gli altri. E’ dedicato alle magnifiche automobili Lamborghini con le immagini scattate da Gigi Gargiulo nell’omonimo museo di Sant’Agata Bolognese, con ciò rievocando il fondatore dello storico marchio, straordinario personaggio dell’imprenditoria italiana, che ha dato lustro al nostro Paese. Leggenda lui e leggendarie le auto costruite. Era nato nel 1916, nel bel mezzo della prima guerra mondiale, in un piccolo paese della provincia di Ferrara. Veniva da una famiglia di agricoltori e fare il contadino sarebbe stato il suo destino se non fosse stato dotato di straordinarie doti per la meccanica, accompagnate da un altrettanto straordinario (e provvidenziale) fiuto per gli affari e da un carattere incrollabile, forse ancora più per questo. Per fortuna che a quei tempi non esistevano “percorsi formativi” nelle diverse funzioni aziendali e neanche i “management development programs“. Lui s’è fatto da solo. C’era la scuola elementare e da dare una mano nel podere, ma aveva delle idee e una precocissima passione. Quando voleva dedicarsi alla progettazione di oggetti meccanici, doveva ricavarsi uno spazio in una stalla, o andare a bottega dal fabbro del paese. 

"Se lavorerai di buona voglia il frutto verrà dopo la foglia", sembra che il nonno avesse scritto sulla parete del suo laboratorio e mai frase più profetica. Durante la seconda guerra mondiale venne inviato a Rodi con mansioni di autiere e meccanico, e perfezionò ulteriormente e sul campo le sue conoscenze. Dopo la guerra intuì che il futuro dell’agricoltura era nella meccanizzazione, acquistò vecchi veicoli militari e li trasformò in trattori. Un successo assoluto. Poi vennero i bruciatori “quella fu la seconda pietra della mia azienda, dopo i trattori” – ha raccontato in una storica intervista a Guido Gerosa apparsa nel 1971 sul settimanale L’Europeo - “negli Stati Uniti vidi dei bellissimi bruciatori e domandai quanto costavano. Cinquemila lire al chilo, mi dissero. Io facevo trattori che costavano 800 lire al chilo, per cui mi persuasi che potevo reggere la concorrenza anche nel campo dei bruciatori e starci dentro benissimo”. Le automobili arrivarono nel 1963, quando Ferruccio Lamborghini era già un industriale affermato e famoso. “Io ero preparato al balzo - racconta lui stesso nell’intervista a Gerosa – la meccanica ormai la conoscevo alla perfezione". Pensandoci, si doveva essere in grado di tirar fuori una vettura da sei-otto milioni di lire che corresse a 300 all’ora e fosse la fine del mondo. La leggenda forse più famosa del mondo automobilistico, ma peraltro confermata dall’interessato, racconta la celebre lite con Enzo Ferrari. Ferruccio possedeva moltissime splendide autovetture e nella sua scuderia non mancavano le Ferrari, la cui frizione però lasciava un po’ a desiderare: ebbe l’ardire di criticare la blasonata rossa direttamente al commendatore, ricevendo la famosa risposta “Guardi, lei forse ha la guida un po’ pesante. Si preoccupi dei suoi trattori e lasci le macchine da corsa agli altri”. Enzo Ferrari non si rese conto di aver scatenato un Toro. Ferruccio tornò a casa e pensò che la cosa migliore era che la macchina se la facesse da solo, senza dover dipendere da altri. In sei mesi presentò la Lamborghini 350 GTV al Salone di Torino, un prototipo di supercar con il motore 3500 V12 con una velocità massima di 280 km/h. Tre anni dopo la Miura era diventata un sogno planetario. Lui e Bertone fecero una scommessa: quante ne riusciremo a produrre? Sette? Dieci? Una dozzina nella migliore delle ipotesi… Nel 1971 uscì dall’officina la Miura n. 700 ! “È l’unica auto che si imponga sul personaggio che la guidi. Se c’è Jacqueline Kennedy al volante della Miura, può accadere che la gente guardi di più la macchina. Questo perché si tratta della vettura più bella e più cattiva del mondo: proprio come la bestia di cui porta il nome. È un’auto maschia, testarda, un vero toro su quattro ruote”. E già i tori… Ferruccio era nato il 26 aprile sotto il segno del Toro, aveva – diceva lui – un’immaginazione aggressiva, gli piaceva la corrida, e all’affusolato cavallino rampante del commendator Ferrari contrappose senza tanti giri di parole un toro muscoloso. Così a dispetto delle automobili rigorosamente “femmine” di tutte le case, delle Flavie, Fulvie, Giulie e Giuliette, delle Silvie, Serene, Clio e Octavie, Lamborghini produsse automobili dai nomi maschili e grintosi. Miura, come la Gallardo, è una razza di tori aggressivi e potenti, la Islero porta il nome di un toro che uccise il famoso matador Manolete, la Espada richiama l’arma dei toreri… Automobili mai paragonabili alle altre, linee sempre futuristiche, tagli netti, con gli spigoli che interpretano un ruolo da protagonisti. Ieri, come oggi, quando ti capita di incrociare una Lamborghini ti domandi “cos’è sta roba”. Le altre sono belle, anche bellissime, ma lei è una Lambo! Anche una piccola città di provincia come Perugia ebbe la sua Lamborghini; io, come credo tanti altri, me la ricordo, gialla, parcheggiata in ottima mostra in Piazza della Repubblica nei pressi del Cinema Pavone. Erano i tempi in cui l’automobile la ammiravi e ti chiedevi di chi fosse per ammirare anche il proprietario… il redditometro, ovviamente, non esisteva, al massimo si faceva un concordato ai fini dell’imposta sulla ricchezza mobile! Con il calendario 2017, l’Automobile Club di Perugia vuol far vivere con le immagini le belle sensazioni che ogni lettore potrà dal vivo provare visitando il Museo Lamborghini di Sant’Agata Bolognese, all’interno dell’Azienda, scoprendo così “dal vero ciò che questo calendario si limita a suggerire”.

Vedrete che il 2017 sarà splendido come una Lamborghini.
Auguri!
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