Calcio umbro, l'estate choc delle testate
Il giudice sportivo: «Violenza da stroncare»

Calcio umbro, l'estate choc delle testate Il giudice sportivo: «Violenza da stroncare»
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Lunedì 26 Agosto 2013, 22:07 - Ultimo aggiornamento: 22:59
PERUGIA - Faccio il giudice sportivo del calcio umbro da diciotto anni, e onestamente non ricordo di aver dovuto rendere conto, attraverso i miei provvedimenti, di un’estate cos turbolenta.

Pensieri e parole dell’avvocato Marco Brusco, costretto anche in vacanza agli straordinari sportivi per intervenire (in maniera figurata, ovviamente) in tackle sul bruttissimo fenomeno delle testate ad arbitri e avversari che sta imperversando fra i dilettanti della nostra regione.



Prima il caso Comotto (con la testata costata tre mesi di squalifica al centravanti del Castel del Piano, Alex Gibbs), poi l’altra testata assestata da Mocanu del Pozzo all’arbitro durante il match contro la Juniores del Foligno, due giorni dopo Ferragosto, costato quattro anni di squalifica: fatti bruttissimi, aggravati dall’essere delle amichevoli e non certo partite decisive per il campionato.



L’avvocato Brusco, in qualità di giudice sportivo non può certo commentare i casi in cui ha preso posizione così forte e netta. Ma una cosa ci tiene a sottolinearla: «Il codice di giustizia sportiva allo stato attuale fornisce strumenti in grado di poter prendere provvedimenti molto duri contro qualsiasi atteggiamento di violenza durante una partita di calcio. Il comitato regionale umbro già da qualche anno ha intrapreso la politica di sanzionare in modo severo questi atteggiamenti e la strada imboccata sembrava quella giusta. Ora alla luce degli ultimi avvenimenti, e voglio sperare che non si sia instaurata una dinamica di tipo emulativo dopo il primo caso, posso dire che a maggior ragione episodi di violenza in campo non saranno minimamente tollerati».



In particolar modo nei confronti degli arbitri. «Il codice parla chiaro - prosegue Brusco - la sanzione minima per atti violenti nei confronti dei fischietti è otto giornate». Anche perché non solo l’arbitro è sostanzialmente solo contro tutti, ma ha a sua volta un codice da seguire che gli impedisce la minima reazione nei confronti di una qualsiasi azione di forza nei suoi confronti. Proprio per questo la tutele deve essere massima.
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