Pirati del calcio e serie tv, partono le super multe

Pirati del calcio e serie tv, partono le super multe
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Lunedì 14 Novembre 2022, 07:05

PERUGIA - Da duemilacinquecento a venticinquemila. Il range è ampio, ma comunque si tratta di una stangata. Specie se hai pensato di fare il furbo e risparmiare qualche decina d’euro al mese per avere la possibilità di vedere tutto il calcio, i film e le serie tv e ora invece rischi di dover sborsare fior di quattrini in sanzioni amministrative. Oltre ai rischi che potrebbero derivare a livello penale.

Il caso è quello dei pirati del calcio e della tv, delle centinaia di umbri (300 solo nella zona di Perugia e hinterland) scoperti nel database del gruppo criminale strutturato fra Roma e la Sicilia, scoperto dalla polizia postale di Catania in collaborazione con vari altri uffici d’Italia tra cui quello dell’Umbria diretto da Michela Sambuchi, e in cui un insospettabile perugino di 46 anni residente nella zona dei Ponti operava (secondo le accuse) da reseller. Ovvero colui che provvede all’acquisizione e gestione della clientela interessata ai prodotti illegali «commercializzati» dalla presunta organizzazione criminale. 

L’uomo è indagato assieme ad altre 69 persone con le accuse a vario titolo di per associazione per delinquere a carattere transnazionale, riciclaggio, trasferimento fraudolento di beni, sostituzione di persona e altro.
Ma i fruitori perugini e umbri dello streaming pirata non ne usciranno tanto meglio da questa vicenda. Le super multe, una volta che i computer, i telefoni e la strumentazione informatica di ultima generazione ancora in funzione al momento del blitz degli agenti della Postale in casa del 46enne, venerdì mattina, saranno completamente analizzati e dunque forniranno in maniera netta e precisa nomi e cognomi degli abbonati illegali, sono pronte a partire.

L’opera di screening da parte degli investigatori è fondamentale non solo per stilare tutti i nominativi dei clienti “pirata” (si parla di 900mila persone in tutta Italia) ma anche per calibrare la quantità di sanzione prevista per ognuno. A seconda infatti dei contenuti sbloccati illecitamente nei loro “abbonamenti” (il tutto attraverso un canale Telegram, con i costi che per lo più potevano andare da 10 a 30 euro) verrà anche irrorata la sanzione pecuniaria. Quella che inevitabilmente potrà fare più male a chi ha tentato di fare il furbo.

Del resto, proprio nell’immediatezza dell’operazione della polizia postale, il commissario Agcom Massimiliano Capitanio è stato chiaro sottolineando come anche le persone sorprese a guardare illegalmente contenuti a pagamento «rischiano gravi conseguenze penali ed economiche». 

E sorprese è il termime giusto visto che nel blitz di venerdì mattina nell’appartamento del “reseller” perugino, gli investigatori della polizia postale hanno visto come una stanza dell’appartamento del 46enne fosse stata trasformata in centrale illegale di streaming, nella quale venivano gestiti e conteggiati i profitti derivanti dagli «abbonamenti». Accuse pesanti, ovviamente ancora tutte da dimostrare, con l’uomo che avrà tempo e modo di contestare.

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