Breda: «Vi racconto la mia Ternana giovane»

Esordì alla Reggina come tecnico della Primavera e ha messo a punto la ricetta per valorizzare i ragazzi, ora guida una Ternana con 16 elementi nati dal 2000 in poi: «Stiamo facendo qualcosa di unico»

Breda: «Vi racconto la mia Ternana giovane»
di Paolo Grassi
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Domenica 31 Marzo 2024, 11:11

Lavorare con i giovani nel calcio professionistico. Per di più, in serie A e in serie B in cui si tende poco a ringiovanire le rose delle squadre. Per avere consigli chiedere a Roberto Breda, uno che non solo aveva cominciato con i giovani da tecnico della Primavera, ma nella stagione 2023-2024 allena in serie B la Ternana, con una rosa nella quale ci sono ben 16 giocatori sui 28 dell'intero organico nati al 2000 in poi. «Avere giovani bravi in squadra - ha spiegato lo stesso Breda nella conferenza stampa prima di Sampdoria-Ternana - è una bella cosa. Ma lo dico senza mancare di rispetto a quelli più esperti, i quali stanno facendo pure loro un bel lavoro, che è anche quello di dare ai ragazzi più giovani una grandissima mano in tutti gli allenamenti, per aiutarli a crescere e maturare».

Nel mix tra giovani e calciatori esperti, Breda trova la virtù: «C'è un atteggiamento spettacolare, in questo senso, da parte di tutto il gruppo.

In generale, però, adesso dobbiamo stare concentrati sull'obiettivo della salvezza. Certe considerazioni, meglio farle dopo». Il tecnico trevigiano spiega poi la sua propensione verso i giovani, data dalla sua esperienza in panchina: «Non mi sono mai posto problemi di età. A me, basta che siano bravi. Non dovrei dirlo io, ma alla Ternana, stiamo facendo qualcosa fuori dagli schemi. Nessuno ha i 2003 e 2004 che abbiamo in campo noi in tutte le partite. E ne abbiamo quattro o cinque titolari. Dimostra che si può in ogni caso lavorare con i giovani. Non bado all'età, probabilmente perché sono partito da una Primavera, quella della Reggina, dove mi sono accorto che se si codifica e si ha un certo tipo di proposta, poi i ragazzi fanno ciò che si chiede loro. Inoltre, i giovani non devono sentire un giudizio su di loro solo perché sono giovani. Devono sentire un giudizio se, come gli altri, sbagliano, ma perché nel percorso devono migliorare».

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