Bocci: «Sicurezza, è iniziata la svolta
Nel 2014 reati in calo a Perugia e Terni»

Bocci: «Sicurezza, è iniziata la svolta Nel 2014 reati in calo a Perugia e Terni»
di marco Brunacci
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Martedì 30 Dicembre 2014, 16:17 - Ultimo aggiornamento: 16:19
PERUGIA - Sottosegretario Bocci, il Governo, attraverso il Ministero degli Interni, nell'ultimo anno e mezzo ha mostrato attenzione per l'Umbria dopo fatti e fattacci che hanno riempito le cronache e agitato i sonni della gente. Sono arrivati più uomini, il reparto prevenzione e crimine della polizia, e c'è stata una selezione dei migliori responsabili delle forze dell'ordine. A fine 2014, tempo di consuntivi, può dire in coscienza che il nuovo corso è stato premiato, che l'emergenza sicurezza come l'abbiamo conosciuta sta rientrando?

«E' necessaria cautela e si sa cosa si può fare e che cosa no al giorno d'oggi, ma i dati sono significativi: c'è tanto ancora da lavorare, ma la svolta sulla sicurezza mi sembra iniziata. Il trend sui reati è positivo, sia a Perugia che a Terni. Segno che la strada è giusta, merito delle forze dell'ordine, della magistratura, della loro sinergia, come pure dei cittadini, del tessuto sociale che si è mostrato per quello che è: senza smagliature, forte e tenace, nutrito di valori condivisi».



Gianpiero Bocci, sottosegretario umbro agli Interni, mostra dati incoraggianti e «un ottimismo ragionato».

Sottosegretario, quale Umbria si sente di consegnare al 2015, dal punto di vista della sicurezza?

«Un'Umbria diversa, dove c'è ancora molta strada da fare, ma nella quale sono un brutto ricordo fatti efferati come le rapine in villa a Ramazzano o a Cenerente, o quella choccante scena che è stata per perugini vedere corso Vannucci usato da bande di spacciatori come fosse il Far west. Questo non c'è più. Il senso di impotenza dei cittadini di Perugia di fronte a quella che sembrava una sorta di impunità dei criminali che gestivano, sulla strade e sulle piazze simbolo della civiltà di Perugia, i loro traffici come se non avessero timore, è un ricordo del passato. Merito anche dei cittadini stessi che sono tornati protagonisti, segnalano, collaborano, sono in prima linea nel prendere iniziative. E merito di uno straordinario quanto umile lavoro quotidiano, che ha legato insieme centinaia di interventi, da parte delle forze dell'ordine. Mi sento di dover ringraziare i vertici del Carabinieri, della Finanza, della Polizia che hanno dato mezzi e uomini di livello per questa sfida. Va detto che in una città come Perugia sono tornate le regole: tu puoi essere italiano o straniero, ma devi stare in città rispettando le norme. Ospitalità e legalità vanno insieme. E abbiamo assistito a una prova di maturità della città e delle forze dell'ordine. I cittadini hanno fatto addirittura un lavoro di sussidiarietà quando è stato necessario, affiancando il sacrificio delle forze dell'ordine. Ora ci si può occupare di chi affitta locali a chi li usa per lo spaccio o per la prostituzione. O concentrarsi sulle attività commerciali dove scoppiano risse. Perugia sta di nuovo tornando quella che era, sta cambiando di nuovo volto».

Il ruolo della magistratura perugina?

«L' ho accennato all'inizio. Quello che va detto ai cittadini di Perugia è che c'è stata un lavoro sinergico come poche volte mi è capitato di vedere in giro per l'Italia. Vorrei parlare perfino di un modello Umbria. La grande sintonia tra la magistratura perugina e le forze dell'ordine ha portato a risultati importanti nella repressione al crimine. Il messaggio dell'ultima operazione dei Ros contro la 'ndrangheta è stato chiaro: qui non si passa, vengono sradicati anche i primi germogli della malapianta mafiosa, come sottolineato dal procuratore Roberti e dalla dottoressa Duchini. Ma si è andati pure oltre: il grande rispetto che c'è tra le forze dell'ordine e la magistratura per le rispettive professionalità, per la intelligenza investigativa e per il lavoro sodo, ha portato a tessere una rete protettiva che serve da prevenzione. La magistratura che troverà il nuovo procuratore di Perugia è di prim'ordine, capace di cogliere i fenomeni, rapida nei processi, tempestiva negli interventi. E l'arma in più che giustifica ogni ottimismo è questa sinergia con le forze dell'ordine così ben guidate. Questo dimostra che qui lo Stato ha alzato l'asticella dei suoi interventi. Dalla manovalanza della droga ci si sta orientando sempre più a colpire i vertici che organizzano lo spaccio, con risultati importanti. Ha funzionato - e il Ministero ha avuto un ruolo - il programma di espulsioni e di rimpatri. Proseguiranno».

Sicurezza a parte che Umbria ci aspetta per il 2015? Secondo lei, cosa si deve fare per venire fuori da questa crisi così severa?

«La classe dirigente umbra si metta in discussione. Guidi il cambiamento, non lo subisca. La crisi impone di accettare nuove sfide, si dev'essere protagonisti. Il coraggio sarà premiato».

Anche se si tratta di cambiare i confini delle Regioni? «Mi sembra un processo inarrestabile, ma non bisogna avere paura delle novità. I mutamenti vanno semmai anticipati».

E il suo 2015 sarà in Umbria o altrove?

«Sarà qui a dare una mano, in tutta umiltà ma col massimo impegno, all'Umbria all'interno del Governo nazionale. Ce n'è bisogno».

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