In coma a 16 dopo una spinta: caccia al terzo aggressore e a chi li ha coperti

In coma a 16 dopo una spinta: caccia al terzo aggressore e a chi li ha coperti
di Michele Milletti
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Venerdì 11 Agosto 2023, 06:55 - Ultimo aggiornamento: 08:25

PERUGIA - Caccia ai complici. Non solo al terzo che, a quanto si apprende, avrebbe partecipato attivamente alla lite ma anche agli altri (almeno 4-5) del gruppo che erano lì e che non sono intervenuti. Perché quando un ragazzo di appena 16 anni finisce in coma a seguito di una lite, con tanto di operazione alla testa per un’emorragia cerebrale, anche chi non ha mosso un dito per bloccare la follia non può considerarsi innocente.

I carabinieri di Città della Pieve, diretti dal capitano Luca Battistella, sono al lavoro senza sosta dalle prime ore di martedì per ricostruire con certezza quanto accaduto al ragazzino finito in coma dopo una lite. Il giovane, assieme alla fidanzatina e a un amico, si trovava nella notte tra lunedì e martedì all’intero del locale (una pista da ballo all’aperto) quando si è trovato a fronteggiare un ragazzo che aveva rivolto pesanti commenti proprio alla fidanzata.
I due giovani, entrambi minorenni, sono così finiti a fronteggiarsi in una zona esterna alla pista in cui c’è un supporto metallico, contro il quale il sedicenne ha battuto violentemente la testa dopo essere stato sbilanciato, si dice una spinta, da parte del rivale. Che, secondo quanto si apprende, non era solo: altri due ragazzi avrebbero materialmente partecipato alla zuffa assieme a lui, mentre la vittima aveva l’amico al suo fianco. Da ricordare come due aggressori sono stati individuati e indagati, mentre i carabinieri starebbero stringendo sul terzo. Ma in realtà il gruppo degli aggressori sarebbe più ampio: almeno altre quattro-cinque persone che non avrebbero mosso un dito per cercare di dividere i giovani, specie quando il ragazzino è caduto e ha sbattuto violentemente la testa.
Il giovane si è rialzato, ma qualche minuto dopo ha iniziato ad accusare dei malori ed è stato portato prima in ospedale a Città della Pieve e poi a Perugia, perché andava operato d’urgenza vista l’emorragia cerebrale in corso.
Nella giornata di oggi verranno superate le 72 ore necessarie per i medici per pensare di sciogliere la prognosi.

Le condizioni del giovane, mai lasciato solo da famiglia e amici, sono gravi ma stabili.

Una storia che a Città della Pieve ha creato molto stupore ma soprattutto «preoccupazione». A parlare per tutta la comunità è il sindaco, Fausto Risini. «Ci troviamo di fronte a persone senza scrupoli che agiscono con viltà assoluta - dice . Siamo in contatto continuo con il prefetto Armando Gradone per valutare la possibilità di avere qualche rinforzo, specie in questo periodo in cui siamo in pieno Palio e c’è molta gente. Non escludo che, per evitare il ripetersi di certe situazioni, la richiesta dell’esercito. Anche perché la sera dopo questo bruttissimo evento ne è capitato un altro, con persone ubriache che minacciavano automobilisti in transito».

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