Dalla ricostruzione della vicenda fatta dai militari, la professionista si era rivolta al legale a seguito dell'esclusione dal concorso, poichè riteneva fossero stati lesi i suoi diritti. L'avvocatessa aveva accettato di difenderla a seguito del pagamento di un'onerosa parcella. Successivamente, chiedendo altro denaro, aveva informato la cliente del fatto che il ricorso da lei presentato stava andando a buon fine e che era stata fissata la data d'udienza al Tar.
Giunti al giorno dell'udienza, aveva riferito che la stessa era stata posticipata poi, chiedendo ancora altro denaro, aveva spiegato alla cliente di aver cambiato la strategia difensiva poichè aveva buone possibilità di ottenere un cospicuo risarcimento prima del pronunciamento del Tar. La professionista si è quindi insospettita, accertando l'inesistenza del ricorso e si è rivolta ai carabinieri. Da lì sono scattate le indagini.
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