Automobili e automobiline, passioni
rombanti dure a morire

Automobili e automobiline, passioni rombanti dure a morire
di Ruggero Campi
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Venerdì 23 Giugno 2017, 23:28
Chi della mia generazione non ha giocato con le automobiline, quando avevamo l’età beata che ce lo consentiva? Ricordate…? Le più ambite erano le inglesi Dinky Toys, semplicemente perfette nelle loro scatoline gialle, ma anche le italiane Politoys e Mercury erano bellissime. Ricordo le sensazioni che quei curatissimi modellini in metallo mi suscitavano, fino a farmi sentire il rombo del motore che, nella mia fantasia, riproduceva esattamente quello dell’automobile vera e propria. Ne avevo tante, e molte le avevo anche riverniciate compromettendone definitivamente la originalità: lo facevo non perché diventavano più belle, ma perché anche la modifica aveva il suo fascino. Oggi le originali, specie se complete della loro scatolina, hanno raggiunto quotazioni incredibili… Io le confezioni le buttavo via subito e tenevo la mia scuderia in miniatura perfettamente allineata in doppia fila su uno scaffale della mia stanza.
C’erano quelle che si aprivano tutte, tettuccio, cofano, portabagagli, portiere, con tanti dettagli degli interni e del motore, così come quelle che avevano i vetri di migliore qualità. Alcune avevano le ruote sterzanti, bisognava premere su un lato della parte anteriore, altre addirittura i cristalli che si abbassavano e i sedili reclinabili. Le prendevi in mano e sentivi subito il bel peso del metallo. Il sogno generale era l’Aston Martin di James Bond con tanto di canne di mitra nel paraurti e targhe girevoli. Evito di parlare di quelle in scatola di montaggio perché l’arte del costruire pazientemente non l’ho mai posseduta e la fretta del brum brum prevaleva sul lento piacere del pezzo dopo pezzo, da assemblare con la colla! Non conosco studi in proposito, ma probabilmente quella passione fanciullesca si è naturalmente trasformata nella attrazione fatale per l’oggetto “automobile”, e nel sogno di guidare prima possibile, avere subito il foglio rosa e essere da soli al volante allo scadere del diciottesimo anno di età. Oggi capita spesso di sentire che ragazzi a 18 anni non hanno ancora la patente o, pur avendola, vivono l’automobile solo come mezzo per muoversi, senza ansia di possesso e senza dare spazio alle emozioni. Secondo me hanno giocato troppo con il virtuale! E poi le pubblicità fanno la loro parte, proponendoti l’automobile desiderabile perché sempre connessa e in grado di fare tutto, compreso ciò che consentiva di sentirsi un automobilista provetto. Nel famoso telefilm Supercar, la Pontiac dell’ex poliziotto sapeva “guidarsi” da sola e togliere il suo proprietario dai guai. Oggi la fantascienza è pura realtà. Sali in automobile e connettività, sensori e computer di bordo sovrastano la ragione, impongono la loro organizzazione, e ti proteggono anche dalla tua imperizia. L’auto ti assiste e ti sostituisce. Ci credo che le giovani generazioni ignorino la meravigliosa musica dell’entrata in coppia e siano interessate solo alla perenne connessione.
medeo, storico giornalaio di Ponte Valleceppi, un giorno mi disse: "Ruggero questo ti piace", mostrandomi un involucro giallo che immediatamente riconobbi. Così, settimana dopo settimana, mi sono ricomprato tanti modelli di automobiline che in parte avevo avuto e poi disperso chissà dove. Pensandoci bene, quella di Amedeo non è stata una induzione alla tentazione ma alla passione che, per quelli che come noi facevano il verso del motore, è dura a morire. Brum brum, sempre.
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