Autofocus: elogio
dello stradino e della sua onestà

Autofocus: elogio dello stradino e della sua onestà
4 Minuti di Lettura
Venerdì 15 Aprile 2016, 17:07
PERUGIA - Certo che rimpiangere in pieno mondo 2.0 la manutenzione effettuata dagli stradini non è un sentimento amarcord,  quanto l'amara constatazione del fallimento della  moderna gestione del nostro sistema viario. Un lavoro  onesto e faticoso il loro, che aveva però il pregio -  come accadeva in quello per certi versi simile del  casellante - di assegnare una abitazione proprio sul  tratto di strada affidata alle loro cure: era la famosa  casa cantoniera con il suo caratteristico colore rosso, di solito a struttura bifamiliare, ampia, spaziosa e  dotata anche di pollaio e di un bel giardino sul retro.  Fringe benefit o welfare che dir si voglia, il modello aveva in sé i caratteri della modernità e  dell'integrazione sociale.

Lo stradino, infatti, si  inseriva benevolmente nel contesto sociale delimitato dalla sua strada e, al pari del dottore, del farmacista  e del parroco, era uno “che contava”: lui c'era e potevi  star sicuro che la strada vicina al tuo domicilio era  sempre a posto. Ma vi è di più. La sua presenza a tutte  le ore era anche un presidio per la sicurezza, perché se  ti succedeva qualcosa – oltre a chiamare l'ACI - potevi  bussare alla sua porta: «sarà altresì dovere dei  cantonieri di prestare gratuito soccorso ai viaggiatori  ed alle vetture nel caso di intemperie o di disgrazie.  Sarà riguardato come gravissima mancanza per parte dei  cantonieri il chiedere ricompensa per il prestato  aiuto», recitava severamente l'art. 22 del Regio Decreto  del 1874 con il quale, per grazia di Dio e volontà della  Nazione, la categoria era stata istituita. Sulla strada  (o “cantone”, donde il nome) a lui affidata, lo stradino  era presente ( festivi esclusi, salvo emergenze) in ogni  giorno dell'anno e copriva tutto l'arco della giornata,  dall'alba al tramonto. Una specie di asta infissa nel  terreno segnalava la sua presenza a non più di 100  metri, quando si allontanava dalla strada per il  maltempo o per il riposo: prescrizioni d'altri tempi che  oggi ci appaiono incredibili, non più in linea con le  moderne conquiste sociali, specchio di necessità di un  mondo molto meno abitato, ma indicative del principio  che sulla strada può esservi sempre bisogno di aiuto, e  che gli imprevisti si possono sempre verificare. 

Lo stradino doveva occuparsi «di tutti i lavori  necessari per mantenere costantemente la strada e le sue  attinenze in ottimo stato» (diciamolo pure, il sogno di  ogni automobilista moderno) e, benché non prendesse  parte ai «lavori per la provvista dei materiali di  rifornimento e loro distribuzione in cumuli regolari  lungo i fianchi della strada, di esclusiva spettanza dell'appaltatore», in questi casi doveva limitarsi alla  sorveglianza. Dell'appaltatore, appunto. O comunque che  i materiali ci fossero e fossero depositati a regola  d'arte sul bordo della carreggiata. Chi ha orecchie per intendere intenda... Oggi le strade sono ben diverse e molto trafficate, il  cantoniere di un tempo ovviamente non esiste più, ma a  pensarci bene chi lo ha sostituito non appare adeguato e  lo stato del manto stradale, della segnaletica e dei  cigli della carreggiata ne è triste testimonianza.

A  questo punto non è banale ripensare al passato e  adeguarlo al presente. Una manodopera molto qualificata  non ci manca, ma se i lavori vengono appaltati al  ribasso, senza controlli effettivi sulla capacità  dell'azienda e sull'assenza di suoi pregressi  contenziosi, i risultati saranno buche, voragini, crolli  e perdite di denaro per collettività molto superiori al  presunto “risparmio”. L'appaltatore va scelto con  oculatezza e vanno fatte verifiche effettive, per  esempio prima di posare l'asfalto, per provare la  pressione del sottofondo; almeno a campione, ma certo a  sorpresa, tutto va testato: spessori, qualità dei  materiali, isolanti. I controlli da parte del servizio  pubblico, indipendente di nome e di fatto dal privato  appaltatore, sono indispensabili, questo è il principio.

E il prezzo più basso non è il miglior prezzo se quella  azienda ha già avuto mille contenziosi, ha una compagine  sociale opaca, e non dà garanzie certe di rispettare i  criteri stabiliti nei bandi. Proviamo a proporre a chi  non ha una casa e non lavora di occuparsi di un “pezzo  di strada”, dotandolo di mezzi adeguati e, ovviamente,  rispettando le regole di ogni lavoratore. Pensate di  ottenere risposte negative? Io penso proprio di no, il  modello “stradino” ancora oggi è valido. E pensate al  vantaggio per i Comuni e gli Enti proprietari delle  strade: potranno dire che se ci sono le buche la colpa  non è la loro: ecco, non sia mai che questo sia l'unico  motivo per reintrodurre lo stradino. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA