Terni, anziana sfrattata
niente casa promessa:
«Non vogliamo i cani» `

di Nicoletta Gigli
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Lunedì 11 Dicembre 2017, 15:56 - Ultimo aggiornamento: 15:57
Maria e Cristina erano convinte che sarebbero uscite in breve tempo dall'incubo ma non è così. La casa che avrebbero dovuto prendere in affitto a San Valentino non è più disponibile perché i proprietari ci hanno ripensato. E non hanno intenzione di accogliere i loro due cani. La triste storia della 93enne, ex insegnante, e di sua figlia, che per oltre un anno hanno vissuto in una casa senza acqua e senza energia elettrica, si era chiusa sabato 2 dicembre con lo sfratto esecutivo. Madre e figlia sarebbero state vittime di un'agenzia immobiliare e con loro sarebbe stato raggirato anche il proprietario dell'appartamento. Lui, non avendo ricevuto il contratto d'affitto e i canoni versati all'agenzia, decise di staccare le utenze. Poi la legge aveva fatto il suo corso. Fino a otto giorni fa, quando nell'appartamento di via Emilia, a Borgo Bovio, era arrivata la polizia con in mano lo sfratto esecutivo. Da quel giorno la 93enne e sua figlia vivono nella piccola stanza d'albergo che costa 55 euro al giorno. «Abbiamo saldato i primi cinque giorni - dice Cristina - l'abbiamo fatto tra mille difficoltà perché il libretto postale l'abbiamo aperto a Roma e non possiamo ritirare più di una certa cifra». Della triste vicenda si è interessata Francesca Malafoglia, assessore al welfare del Comune. Pur non potendo intervenire in modo diretto per via della residenza delle due donne nella capitale, l'assessore si è messa in moto per trovare loro una soluzione dignitosa. Proprio a lei era giunta la telefonata del ternano che assicurava di avere un piccolo appartamento, con disponibilità immediata, per le due donne ed i loro due amati cani. Poi la marcia indietro, le speranze svanite e la necessità per madre e figlia di continuare a vivere in una piccola stanza d'albergo pagata di tasca propria. «Purtroppo la notizia dell'indisponibilità della casa a San Valentino è stata l'ennesima doccia fredda - sussurra Maria - e temo che il fatto di essere state sfrattate abbia giocato a nostro sfavore, perché le persone sono giustamente diffidenti. Se ci hanno cacciato di casa non è perché siamo gente che non paga l'affitto. Anche se qualcuno può avere dubbi posso garantire che siamo in grado di sostenere il pagamento di un piccolo canone». Maria e Cristina non hanno perso la speranza e aspettano di poter trovare un appartamento con un canone adeguato alla pensione da 600 euro che percepisce l'anziana, senza spese di condominio e adatto ad accogliere anche i cani, dai quali non hanno alcuna intenzione di separarsi. «Ho interessato l'Ater per trovare un alloggio a canone concordato - dice l'assessore Malafoglia - e oggi dovrebbero essere disponibili due piccoli appartamenti adatti alle esigenze di questa famiglia». Maria è fiduciosa e aspetta una soluzione: «Intanto sono contenta di aver fatto conoscere il nostro calvario, comune a tante altre persone in difficoltà. Mi creda - aggiunge - se la nostra voce servirà ad accendere i riflettori su chi vive drammi quello che è capitato a noi sono felice. Perché so la mia disperazione avrà avuto un senso».
 
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