«Aiuto sono un giocatore»
50 chiamate al giorno alla Usl

«Aiuto sono un giocatore» 50 chiamate al giorno alla Usl
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Martedì 25 Aprile 2017, 13:41
PERUGIA - Le proporzioni del problema fanno ancora impressione. La buona notizia è che le contromisure per affrontare la questione ludopatia producono i primi risultati. Un anno fa è stato attivato il numero verde collegato al centro di riferimento regionale per il trattamento della dipendenza da gioco d’azzardo problematico, il servizio invece era stati istituito nel 2014 al dipartimento dipendenze della Usl 2 a Foligno. In un anno al numero 800.410.902 sono arrivate 89 chiamate. Di queste, 50 direttamente dai giocatori.
Accanto ai 50 giocatori che hanno chiesto aiuto (35 uomini e 15 donne), gli operatori hanno raccolto 37 telefonate da familiari o amici dei malati di gioco e due segnalazioni sono arrivate da associazioni attive nel settore. Secondo l’ultimo rapporto dell’osservatorio regionale sulle dipendenze, si stima che in Umbria siano circa 10mila le persone con profilo di gioco problematico. «Le iniziative della regione per la prevenzione ed il contrasto al gioco d’azzardo producono i primi risultati», spiega l’assessore alla sanità Luca Barberini. Accanto al numero verde regionale, la riorganizzazione dei servizi sanitari per la presa in carico di giocatori patologici e dei loro familiari, la formazione di operatori e volontari, l’opera di promozione della salute nelle scuole, poi ancora: corsi di formazione obbligatori per addetti ai locali da gioco, una campagna di comunicazione per la sensibilizzazione dei cittadini e un marchio “No Slot” per esercizi commerciali liberi da apparecchi per il gioco. «Un altro elemento significativo – continua Barberini – riguarda proprio gli esercizi commerciali umbri autorizzati a detenere apparecchi per il gioco d’azzardo lecito, diminuiti negli ultimi 10 mesi: a maggio 2016 erano 1.397 (1.054 nella provincia di Perugia e 393 in quella di Terni), a marzo 2017 ne risultavano 1.286. Certamente è aumentato il livello di attenzione in tutta la comunità regionale». Il modello clinico e organizzativo per il trattamento della ludopatia sperimentato dal 2014 è stato valutato positivamente e verrà applicato nel resto della regione.
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