Notte di San Lorenzo, la luce della Luna nasconde le stelle: poche ore per vederle

Notte di San Lorenzo, la luce della Luna nasconde le stelle: poche ore per vederle
di Massimo Capaccioli
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Giovedì 10 Agosto 2017, 08:46 - Ultimo aggiornamento: 11 Agosto, 09:26
Giusto prima di Ferragosto, la Terra incrocia una sorta di tenue fiume celeste, un Guadalquivir tra le stelle fatto dai minuscoli detriti lasciati dalla cometa Swift-Tuttle nel suo peregrinare suicida attorno al Sole. Si rinnova così, anno dopo anno uguale eppur diverso, un appuntamento con le stelle cadenti che il caldo e le ferie estive rendono più facilmente godibile, e quindi più rinomato di altri incontri della medesima sorta sparsi nell'arco dell'anno. In che consiste il fenomeno? Nell'improvvisa e repentina comparsa in cielo di scie luminose che sembrano emanare da un punto della sfera celeste, sempre lo stesso rispetto alla trama delle stelle, che gli astronomi chiamano radiante.

La causa è la cattura dei minuscoli brandelli di cometa che poi cadono verso terra attraversando l'atmosfera a una velocità pazzesca, quasi 300 volte quella d'un jet di linea. Sebbene questi grani di polvere pesino una frazione di grammo appena, la loro energia è tanto grande da sconquassare la struttura atomica delle molecole d'aria che essi incontrano nella loro precipitosa caduta, costringendole a gemere gocce di luce. Un solo proiettile basta a generare una traccia luminosa lunga parecchi chilometri, e che noi, stando sulla superficie del pianeta, percepiamo come il breve percorso di una scintilla sul velluto nero della notte tramata di stelle.

LA FREQUENZA
Quando succede? Di norma tra il 10 e il 13 di agosto quando, in condizioni ottimali, c'è da aspettarsi di poter avvistare una stella cadente al minuto. Una frequenza assai più alta dei casuali incontri del nostro pianeta coi radi micrometeoriti sparsi nel Sistema Solare, e che dona alla pacata solennità del firmamento una breve stagione di frizzanti apparizioni, proprio come accade talvolta alla tavola blu d'un mare piatto che ravviva al guizzar delle sardine fuori dall'acqua. Bisogna però che il cielo sia sgombro di ostacoli e sereno, libero dall'inquinamento delle luci artificiali e senza Luna.

L'ultimo requisito, abbastanza stringente, è malamente soddisfatto quest'anno. La stella Diana ha mostrato tutta la sua tonda faccia butterata lo scorso 7 agosto, facendoci compagnia per l'intera nottata: una fase di luna piena troppo vicina ai giorni in cui, come vuole la tradizione cristiana, si rinnova il doloroso pianto del diacono Lorenzo, il generoso giovinetto martirizzato sulla graticola per la sua fede. Sebbene in progressiva dismissione e quantunque sorga sempre più tardi la sera, liberando via via le prime ore dopo l'imbrunire dalla sua invadente presenza, l'astro d'argento spadroneggerà nella notte quanto basta per sottrarci la parte più bella dello spettacolo.

In queste condizioni la strategia di osservazione è la seguente. Trovatevi uno spazio aperto dove collocare una sdraio così da osservare il firmamento con agio, in pieno relax. Aspettate che faccia buio e cercate di individuare a oriente le costellazioni di Perseo e Cassiopea, che saranno comunque abbastanza basse sull'orizzonte. Tra loro si situa il radiante dello sciame estivo di meteore, che per questa ragione è detto anche delle Perseidi. Sarebbe stato conveniente aspettare la mezzanotte, perché a quell'ora il punto focale delle tracce meteoriche raggiunge la massima altezza sull'orizzonte, aprendovi così tutto l'ombrello delle stelle cadenti.

Ma la Luna, in agguato nella seconda metà della notte, consiglia di avviare l'osservazione appena possibile. Armatevi di pazienza e quest'anno, come un flemmatico pescatore, rassegnatevi a ritornare a casa con poche prede. La Terra farà il suo dovere di vispa Teresa tra le gentil farfallette della Swift-Tuttle, ma la Luna rovinerà buona parte del gioco. Magari, tra un avvistamento e l'altro delle rare meteore brillanti, ingannate il tempo godendovi quel fresco che durante il giorno è solo un miraggio e rammentando il bel mito che battezza le costellazioni di quella fetta di cielo da cui sembrano dipartirsi le Perseidi.

IL MITO
E' la storia di Andromeda, la giovane figlia di Cefeo, re di Etiopia, e della bella Cassiopea, la cui vanità fece infuriare le ninfe del mare, alle quali la regina aveva osato paragonare sé o la figliola (fate voi; i miti greci hanno diverse varianti). Le Nereidi, belle anch'esse e viziate, chiesero al loro potente genitore, Poseidone, di vendicare l'affronto. Cuore di padre! Tralasciati gli affari più importanti, il re del mare si adoprò a causare terribili devastazioni lungo le coste etiopiche per soddisfare i desideri delle sue piccine. Come sempre, sono i popoli a pagare per i capricci di quelli che comandano! Ma, alla fine anche i popoli più sottomessi scoppiano.

Gli Etiopi chiesero a Cefeo di inventarsi qualcosa per porre fine alle loro sofferenze, e questi, non sapendo che pesci pigliare per sanare il guaio fatto dalla moglie, si rivolse per un consiglio all'oracolo del dio Ammon. La risposta fu tremenda. Per placare Poseidone bisognava che il sovrano sacrificasse a un mostro del mare la sua giovane e vergine figlia. Col cuore a pezzi ma un grande senso dello stato, Cefeo fece quanto doveva. Andromeda venne incatenata a uno scoglio completamente nuda (e questa fu una fortuna, come vedrete) e venne lasciata lì in attesa del martirio: metafora di quanto accade ancora oggi a tante innocenti ragazze in ogni parte del mondo. La tragedia stava per consumarsi quando in cielo comparve il supereroe Perseo. Era in volo, di ritorno a casa in sella a Pegaso, il suo cavallo alato, dopo aver compiuto la più grande delle sue imprese, l'uccisione della Medusa. Nembo Kid ante litteram, Perseo, figlio di Zeus, adocchiò la scena, si incuriosì e scese a interrogare la ragazza che a tutta prima aveva scambiato per una statua.

Paralizzata dalla vergogna, Andromeda non rispose finché l'approssimarsi del mostro la convinse a sciorinare all'eroe la sua storia. Perseo, che a differenza di Parsifal non si spendeva mai senza adeguata contropartita, lasciò la povera fanciulla che già sentiva l'alito puzzolente del mostro carezzarle il corpo, si presentò al cospetto dei disperati genitori e fece la sua offerta: Io la salvo, e voi me la darete in sposa. Concluso il difficile accordo Cassiopea voleva un genero ricco, ma questa volta Cefeo l'ebbe vinta tornò alla roccia del sacrificio appena in tempo per uccidere con uno stratagemma il mostro e liberare Andromeda che, manco a dirlo, gli fu così riconoscente da regalargli sei figli.

CONFINI
Prima, però, si celebrarono le nozze durante le quali la tosta Cassiopea, che non mollava mai, tentò di far fuori Perseo; ma mal gliene incolse, perché il giovanotto possedeva un'arma segreta. Una storia non più incredibile, sanguinolenta e hard di quelle viste in TV con la serie Dallas. E' proprio vero che nelle vicende umane tutto cambia affinché nulla cambi.

I personaggi di questo splendido mito sono tutti lassù, collocati nel cielo dalla divina Atena, ministra della cultura dell'Olimpo. Costellazioni confinanti che portano i nomi dei diversi attori e che scorrono al rivolgere della volta celeste come titoli di coda di un film: starring i genitori Cefeo e Cassiopea, la vergine Andromeda, Perseo col suo cavallo volante Pegaso, e la Balena, che fino ai tempi di Pinocchio e del capitano Achab ha sempre impersonato il ruolo del mostro. Metafora marina per tanti uomini magari col portafogli ben gonfio, ma senza cuore, totalmente.
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