Nel consorzio sono presenti diversi paesi dell'Ue con vari 'asset' nazionali (c'è anche l'Italia con l'Istituto Nazionale di Astrofisica). Siccome però di potenze nucleari in grado di bloccare un agglomerato roccioso lanciato verso la Terra non ce ne sono tante in giro, la Russia è stata invitata a partecipare alla 'missionè. L'idea, spiegano gli esperti del Central Machine Building Research Institute, è quella di intercettare l'asteroide nello «spazio profondo» ma non colpirlo direttamente con un missile, che ne provocherebbe la frantumazione, bensì, per mezzo di «un'esplosione nucleare», deviarne la «traiettoria» verso una rotta sicura. Trama appunto da film di fantascienza.
Quella con l'Ue - attraverso l'Esa - potrebbe però diventare una partecipazione ben più solida e strutturata, visto che la Roscosmos ha di recente annunciato di non poter inviare satelliti sulla Luna e su Marte - le missioni più ambite del programma spaziale russo - a meno che l'Esa «non decida di partecipare».
Insomma, dopo l'addio alle missioni 'Star Wars' - una base lunare completa di cosmodromo - annunciato prima di Capodanno, a cadere sotto i colpi della scure (causa crisi) sono anche i progetti più 'semplicì. Il nuovo piano per la decade 2016-2025, che ancora deve essere approvato dal governo, ha ridotto il numero dei satelliti da 95 a 70 e prevede anche una sforbiciata agli investimenti nel programma spaziale della Stazione Internazionale.
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