Roma come Pompei? Il vulcano dei Colli Albani pronto a risvegliarsi

Veduta aerea dell'area vulcanica dei Colli Albani
di Luisa Mosello
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Venerdì 22 Luglio 2016, 17:54 - Ultimo aggiornamento: 25 Luglio, 22:17

Roma come Pompei? La notizia, o meglio la previsione, non è delle più tranquillizzanti anche se il condizionale è d’obbligo e anche il lasso temporale. Perché potrebbe avvenire fra mille anni il risveglio del vulcano dei Colli Albani, alle porte della Capitale. In una zona rimasta in pieno silenzio e in quiete assoluta per quasi 40 mila anni e che  adesso sta mostrando i primissimi segni di attività con il magma ha ripreso ad accumularsi nel sottosuolo. E’ quanto emerge da una ricerca internazionale pubblicata sulla rivista Geophysical Research Letters e coordinata da Fabrizio Marra, dell'Istituto Nazionale di Geologia e Vulcanologia con cui hanno collaborato il Cnr e l'università Sapienza di Roma.
 

 


Uno studio che ha ricostruito migliaia e migliaia di anni, ben 600 mila, di storia del luogo in questione per poterne prevedere l’evoluzione. Tutto grazie alla combinazione di dati storici e informazioni satellitari. Dagli albori l’area vulcanica che copre la superficie dei Castelli Romani è stata interessata da eruzioni con una cadenza media ogni 30 mila anni. Nell’ultimo ventennio sono stati registrati segni di costante sollevamento del terreno: circa 3 millimetri all’anno. Soprattutto nella zona dei laghi del Lazio, in particolare del lago di Albano e del lago di Nemi, infatti nei pressi di Castel Gandolfo, si è registrato un innalzamento delle colline in maniera rilevabile. Dati che fanno pensare a un nuovo accumulo di magma ad una profondità di circa 10 chilometri. La frattura, che non si apriva perché gli strati di roccia e terreno erano spinti l’una contro l’altra, adesso stanno scivolando l’una sull’altra, perciò potrebbe verificarsi una fuoriuscita. Che si materializza in un innalzamento del suolo, una sorta di leggero rigonfiamento.

«Non solo il vulcano è tutt'altro che estinto - rivela Marra - ma ha appena iniziato un nuovo ciclo di alimentazione delle camere magmatiche che potrebbe portarlo, nel prossimo millennio, da uno stato dormiente a quello di risveglio». Un’affermazione che di certo non tranquillizza, anche se l’eventualità non ci dovrebbe riguardare direttamente, ma nel caso coinvolgere le generazioni di un futuro assai lontano come conferma il geologo: «In quanto tempo questo magma potrebbe trovare una via di risalita e dar luogo a un'eruzione,è difficile da stabilire con precisione.
Mentre per il Vesuvio sappiamo con certezza che delle nuove eruzioni saranno possibili in scale di anni o decine di anni, in questo caso dobbiamo parlare di millenni». Ma se la Città è chiamata Eterna sarà per un motivo, o quanto meno è quello che ci si augura, oggi come domani.

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