In particolare gli astronomi, coordinati da Mariko Kimura, hanno visto che i raggi ottici, e non solo quelli X, offrono dei dati affidabili sull'attività dei buchi neri. «Ora sappiamo che possiamo fare delle osservazioni sulla base dei raggi ottici, cioè della luce visibile, e che i buchi neri possono essere osservati anche senza telescopi a raggi X o raggi gamma», commenta Kimura. Una volta ogni diverse decine di anni, alcuni buchi neri binari subiscono delle esplosioni, in cui enormi quantità di energia, che includono i raggi X, vengono emesse dalle sostanze inghiottite nel buco nero. Normalmente i buchi neri sono circondati da dischi di accrescimento, in cui il gas della stella compagna viene lentamente attratto nel buco in una spirale, e la loro attività osservata grazie ai raggi X, generati dagli strati più interni dei dischi di accrescimento.
V404 Cygni è un sistema binario composto da un buco nero e una stella compagna orbitante, leggermente meno massiccia del Sole, che si trova a 7.800 anni luce dalla Terra.
Si è svegliato dopo 26 anni di inattività lo scorso 15 giugno con un'esplosione. Gli astronomi sono riusciti a raccogliere una notevole quantità di dati, senza precedenti, scoprendo che gli schemi di fluttuazioni ottiche sono collegati a quelle dei raggi X. Sulla base dell'analisi dei raggi ottici e X, gli astronomi hanno mostrato che la luce è prodotta dai raggi X che emergono dalla regione più interna del disco di accrescimento e che riscaldano la regione più esterna del disco, facendogli emettere dei raggi ottici, che diventano così visibili all'occhio umano.
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