L’occhio sulla Terra che parla italiano: lanciato in orbita il satellite Prisma

L’occhio sulla Terra che parla italiano: lanciato in orbita il satellite Prisma
di Mirko Polisano
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Sabato 23 Marzo 2019, 00:06 - Ultimo aggiornamento: 14 Aprile, 00:41

dal nostro inviato
KOUROU Un pallone da calcio rotola sulla spiaggia selvaggia e incontaminata di Rouches, rincorsa da decine di ragazzini che fanno lo slalom tra le palme alte e maestose che costeggiano l’oceano e segnano il profilo di questa piccola cittadina della Guyana Francese, dipartimento d’Oltremare che Parigi si ritagliò nell’Amazzonia e che tuttora è presidiato da un reggimento da combattimento della Legione Straniera. Qualcuno sorseggia un cocktail, una specie di Capirinha ma low cost prodotta con il rum che da queste parti viene prodotto. «It’s launch-day», è il “giorno del lancio”, gridano dai tavolini di un caffè all’aperto. Il lancio è quello di Prisma, il satellite che scruterà l’anima della Terra: un’eccellenza tutta italiana, mandato in orbita per riprendere e trasmettere immagini e dati che faranno capire di che cosa sono fatti gli oggetti, i terreni, le zone “catturati” dallo strumento iperspettrale più potente al mondo. 

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CONTO ALLA ROVESCIA
Sono le 2.50 ora italiana, nella prima notte dell’equinozio di primavera, tra il 21 e il 22 marzo. «3, 2, 1…decollage», urla lo speaker al microfono in questo D-Day dove l’Italia si gioca una delle sue partite più importanti nel panorama internazionale. All’interno del blindatissimo Centro di Controllo dell’Agenzia Spaziale Europea, la struttura dove si coordinano e monitorano tutte le fasi del lancio, una folla di turisti prende d’assalto il centro Jupiter ed è pronta a non perdersi un secondo della fase del lancio. Un gran boato e poi il silenzio: una luce bianca e arancione illumina la notte di Kourou, questa piccola cittadina della Guyana Francese circondata dal verde della giungla amazzonica e dal blu dell’oceano. In realtà quella che all’occhio nudo appariva come una fiammella dispersa tra le stelle è una luce intensa che ha i colori della nostra bandiera e che rappresenta l’eccellenza e l’orgoglio italiano nel campo dell’aviazione spaziale. Una delle più belle e importanti scommesse del Made in Italy, in grado di competere con le più grandi potenze mondiali per la conquista dello spazio. 

CONTROL ROOM
Alle 22.50 locali il satellite è stato lanciato in orbita. Il fragoroso rumore rimbombato a distanza di chilometri ha rotto il silenzio dell’attesa. Molti visitatori hanno lasciato la “control room” del centro Jupiter per recarsi all’esterno e ammirare la traiettoria del satellite che ha rispettato ogni previsione. E, soprattutto, i tempi. Dopo 54 minuti esatti, come da programma, il satellite è tato sganciato e ha iniziato il suo lavoro: dopo poco arriva la conferma che il segnale è stato trasmesso e recepito dal centro del Fucino, in Abruzzo. Gli applausi delle autorità internazionali è la conferma del successo di questa missione tutta italiana. «Prisma ha portato in orbita la capacità del sistema Italia di fare Spazio e rappresenta la prima missione iperspettrale in Europa - ha commentato il Commissario Straordinario dell’Agenzia Spaziale Italiana Piero Benvenuti - come tale, rappresenta un’occasione unica per lo sviluppo di know how avanzatonel settore delle applicazioni di Osservazione della Terra: Prisma sfrutta 240 bande dell’infrarosso quando i satelliti rivali arrivano a dieci. Una rivoluzione tecnologica».

LA PIÙ EVOLUTA
«La tecnologia di Leonardo è il cuore di questa missione: la nostra telecamera iperspettrale, la più evoluta e più potente al mondo, doterà l’Italia della capacità di studiare il Pianeta come mai prima è stato possibile – ha commentato Alessandro Profumo, Amministratore Delegato di Leonardo - il nostro Centro del Fucino seguirà la messa in orbita e i primi test di funzionamento fino a garantire alla comunità scientifica l’accesso a dati preziosi per lo sviluppo sostenibile». «Il lancio di Prisma conferma le capacità sistemistiche di OHB Italia che, grazie alla realizzazione di questa missione – ricorda Roberto Aceti, Amministratore Delegato di OHB Italia - dispone di competenze uniche in Europa per realizzare nuovi progetti, già allo studio, che avvicineranno sempre di più lo spazio alle esigenze dei cittadini». «Il razzo Vega - dichiara l’ad di Avio, Giulio Ranzo - segna ora 14 successi su 14 missioni: un primato nella storia della missilistica mondiale. E’ la conferma del valore della tecnologia italiana che permette l’accesso europeo allo spazio». 

INDIMENTICABILE
È una notte indimenticabile per l’Italia e per gli italiani, soprattutto per quelli che vivono e lavorano in questa terra, molti dei quali pendolari da Colleferro dove Avio costruisce il razzo Vega. «Siamo orgogliosi – ha sottolineato Isabella Groppi, Responsabile Linea di Business Spazio, Leonardo - perché questa missione darà un contributo diretto al raggiungimento di tre degli obiettivi di sviluppo sostenibile promossi dall’Organizzazione delle Nazioni Unite: acque pulite, azione sul clima, città sostenibili». Il giorno dopo è un giorno di festa a Kourou. C’è ancora qualcuno che gioca sulla spiaggia. Passa la delegazione italiana che qui lavora: «Viva l’Italia», dicono i ragazzi con accento francese. E siamo tutti d’accordo. 
 

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