Xiaomi diventa una supercar: la tecnologia è al top. Ecco svelata la SU7

La startup cinese, che in pochissimo tempo è diventata protagonista dell’elettronica e leader della telefonia, fa il suo ingresso nel settore della mobilità. Svelata la SU7, berlina che entra in un ecosistema avanzato gestito dall’intelligenza artificiale

Xiaomi diventa una supercar: la tecnologia è al top. Ecco svelata la SU7
di Giorgio Ursicino
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Mercoledì 17 Gennaio 2024, 12:57 - Ultimo aggiornamento: 18 Gennaio, 06:48

La mobilità accelera, l’esordiente Xiaomi sbarca sulle strade.

Ed è molto più di un semplice telefonino su ruote. Un sasso nello stagno così vigoroso che è pronto a scuotere tutti i precedenti scenari. L’industria dell’auto, si sa, al di là delle richieste di mercato e delle imposizioni di legge, ha fatto la sua scelta almeno un decennio fa. Finalmente, risolto il problema delle batterie, che senza investimenti garantivano una ridicola autonomia di un centinaio di chilometri e tempi di ricarica insostenibilmente lunghi, ha scelto senza esitazioni la motorizzazione elettrica. Questa, non si sa bene quando, prenderà definitivamente il posto di quella a combustione: non ci sarà spazio per tutte due. Esattamente come avvenne col propulsore a vapore scalzato dalle unità a ciclo Otto, Diesel o, addirittura, due tempi. L’equazione, tralasciando l’ecologia, garantisce infiniti vantaggi: semplicità costruttiva, costi contenuti, maggiore durata, più performance e manutenzione ridotta.
La prova che sia più facile e conveniente puntare sulle zero emission sta nel fatto che con la vecchia mobilità si contava qualche decina di costruttori, con la transizione, in un battito di ciglia, i produttori sono diventati centinaia. Attratti da ingenti guadagni e da una tecnologia “accessibile”. Che la motorizzazione termica abbia i giorni contati è confermato dall’indizio che è almeno un decennio che le tradizionali case automotive non investono più un centesimo sui vecchi propulsori. Che, di conseguenza, hanno smesso di progredire dal punto di vista tecnologico, segnando il passo a diverse primavere fa. Quindi, il cambiamento nella mobilità è già avvenuto e la transizione terminata? Niente affatto. Ciò che è accaduto era solo un “atto dovuto”. Mentre sono in campo trasformazioni ben più epocali che coinvolgono il futuro, mettendo in prima fila la mobilità. La sfida reale riguarda i progressi enormi ottenuti dall’hardware e dal software, la connessione totale è in tempo reale e la guida autonoma che porterà a infiniti vantaggi dal punto di vista della sicurezza. Il tutto gestito e controllato dell’immancabile Intelligenza Artificiale i cui confini sono tuttora imprevedibili. 
Nascerà tutta una serie di ecosistemi che cambieranno in fretta la nostra avventura più di quanto sia avvenuto nel corso della storia. Rivoluzione industriale compresa. La mobilità non sarà più un settore a se stante, in mano a pochi specialisti: sarà la punta di diamante di svariati ecosistemi sui quali stanno lavorando le aziende più all’avanguardia e capitalizzate del pianeta. Così, nascono nuovi protagonisti, molto più americani e orientali, che hanno un po’ spiazzato la vecchia Europa, incagliata alle attività più tradizionali. Per capirci, le icone nate nel nuovo millennio, nella Silicon Valley e in Cina. Con i giapponesi e coreani reattivi a rispondere. È possibile fare solo un accenno su quali siano i nuovi protagonisti che sono appena entrati, o stanno entrando, nell’automotive. Aziende anche vietnamiti e turche, nessuno vuol mollare questa opportunità.


LA SONY-HONDA AFEELA

Al CES di Las Vegas hanno dato spettacolo Togg e Vinfast, ma sono ben altre le compagnie che si stanno muovendo non solo dietro le quinte. Apple continua a ingaggiare talenti e Google, con Waymo, ha già in strada numerosi veicoli senza pilota. Samsung e LG controllano il business degli accumulatori, incrociando i destini con i colossi cinesi CALT e BYD. Dal Giappone emerge la Sony che, proprio nella città del gioco, ha mostrato l’ultima evoluzione della sua Afeela realizzata in collaborazione con Honda. In Cina, dove c’è più fermento, si stanno muovendo anche i giganti dell’e-commerce Alibaba e il motore di ricerca Baidu mentre, nella vicina Taiwan, è attiva Foxconn che produce device e componenti elettronici per tutti. A fare più paura, però, sono le corazzate della telefonia Huawei e Xiaomi. Tutti fenomeni che prima non c’erano e che hanno gettato nel settore idee, competenza e soldi. Lei Jun, fondatore e ceo di Xiaomi Group, grande estimatore ed emule di Steve Jobs, ha presentato il 28 dicembre scorso, durante una conferenza di 3 ore e mezza sul social cinese Weibo, la prima vettura realizzata dalla Casa.

Manco a dirlo è elettrica, ma questo è scontato. Invece si propone come un prodotto assolutamente all’avanguardia sotto tutti i punti di vista che completa l’ecosistema proprietario “Human X Car X Home”. Lei Jun ha messo subito in chiaro le tecnologie che sono i 5 asset di Xiaomi EV: motore elettrico, batteria, pressofusione Xiaomi, guida autonoma Xiaomi Pilot e abitacolo intelligente. La cosa sorprendente, pare, è che l’azienda abbia deciso di dedicarsi all’auto solo nel 2021 ed è stata fondata dal visionario nel 2010, diventando in un lampo la prima azienda di telefonia mobile dell’ex Celeste Impero e la terza del globo, dietro a Samsung e Apple, che può contare su quasi 700 milioni di clienti. L’auto si chiama SU7, è una berlina globale lunga 5 metri e con un passo di 3 che sarà prodotta quest’anno in 200mila esemplari. Il target, però, è molto più ambizioso: entrare in 3 lustri fra i primi 5 costruttori globali. Già sono stati investiti 1,5 miliardi di euro, altri 10 sono stati stanziati che si sommano a tutti quelli dell’ecosistema elettronico in grado di far dialogare fra loro 100 dispositivi diversi. Tutti a disposizione del consumatore chiamato “uomo”.


ROTORE IN CARBONIO

La SU7 è disponibile in due versioni, con un solo motore con una potenza di 299 cv o due, uno per asse, da 374 cv per una potenza totale di 673. Questi cuori, ironia della sorte, sono stati chiamati V6 e girano a 21mila giri, ma il prossimo anno arriverà l’HyperEngine V8 che frulla a 27.200 giri ed è in grado di erogare 425 kW e 635 Nm di coppia. Più avanti è previsto anche un “Carbon Sleeved Rotor” capace di arrampicarsi a 35mila giri. La SU7 è la rivale diretta della Tesla S, della Porsche Tyacan, oltre alle tante supercar cinesi, ma dovrebbe essere proposta, fra pochi mesi in patria, a un prezzo più accessibile. La bimotore accelera da 0 a 100 in soli 2,78 secondi e raggiunge una velocità autolimitata a 265 orari. La batteria è una CATL integrata alla scocca, alta solo 12 centimetri e con una capacità di 101 kWh che garantiscono un’autonomia di 800 km e una capacita di ricarica di 200 km in 5 minuti o 510 in un quarto d’ora. Già prevista la variante a 150 kWh che può percorrere 1.200 km no-stop. Dal punto di vista hardware, Xiaomi SU7 è equipaggiata con due chip NVIDIA Orin, per una potenza di calcolo di 508 TOPS, e dispone anche di un lidar, 11 telecamere ad alta definizione, 3 radar a onde millimetriche e 12 radar a ultrasuoni. L’intelligenza dell’abitacolo è dotata di un chip Qualcomm Snapdragon 8295 capace di attivare il sistema in soli 1,49 secondi. La dinamica attiva viene gestita attraverso le sospensioni pneumatiche controllate ogni millisecondo.

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