MoltoFuturo, "Lavoriamo al domani": dall’Intelligenza Artificiale al mondo virtuale. Prodi: «Formazione di base e flessibilità le due chiavi in un mondo in cambiamento continuo»

Il convegno alla Sapienza

MoltoFuturo, "Lavoriamo al domani": dall’Intelligenza Artificiale al mondo virtuale. Prodi: «Formazione di base e flessibilità le due chiavi in un mondo in cambiamento continuo»
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Giovedì 16 Novembre 2023, 13:41 - Ultimo aggiornamento: 17 Novembre, 17:28

Quanto sarà virtuale il futuro e quanto sarà artificiale l’intelligenza? Mentre il mondo del lavoro viene radicalmente trasformato dalle innovazioni tecnologiche, ci chiediamo quali saranno le competenze del domani e quale il ruolo stesso dell’uomo.

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Romano Prodi 

Economista

Nell'economia «non abbiamo più una globalizzazione che domina ma una frammentazione» con «la concorrenza che non è più tanto fra imprese ma diventa sempre di più la concorrenza fra gli Stati» e «se non stiamo attenti» nell'Ue «costruiamo una frammentazione fra di noi che è molto più forte della frammentazione in tre blocchi concorrenziali che vi è al mondo». Prodi ha spiegato che «è cambiato il mondo, vediamo la politica economica americana con la cosiddetta Ira (Inflation reduction act), che sono sussidi alle imprese a cui l'Europa risponde in modo frammentato perché non essendoci una politica industriale europea si risponde con le politiche nazionali. Però - ha rilevato Prodi - negli incentivi alle imprese fatto 100 il totale 50 va in Germania 25 in Francia per l'altro 25% in tutti gli altri 25 paesi dell'Unione europea».

«Siamo in un periodo di cambiamento continuo. Stamattina ho sentito che per effetto dell'IA il 15% delle tesi di laurea sulla sostenibilità. Ma per l'IA le tesi di laurea sono destinate a sparire. Il cambiamento è inarrestabile. Abbiamo un mondo in trasformazione rapida e nel nostro Paese il problema è seria. Ci vuole una base operativa molto fondata. Oggi è molto più che un cambiamento di macchine. Avviene in tutti i tipi di professione. La flessibilità diventa uno degli strumenti fondamentali, insieme alla formazione di base operativa». 

Che consiglio diamo ai giovani per il futuro del lavoro? «Ai miei laureandi dicevo sempre: "Cerca un posto dove impari". Bisogna capire che le prime difficoltà sono ovvie: bisogna quindi insistere». 

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Michel Martone 

Professore ordinario di diritto del lavoro e relazioni industriali, Facoltà di Economia Sapienza

«Un tempo il lavoro aveva una matrice gerarchica. Di colpo, nel corso della pandemia si è capito che quello che conta sono i risultati. Il tempo non è più la misura per misurare il lavoro, che il luogo di lavoro poteva trovare nuovi equilibri. Alcune imprese si sono adeguate, altre sono rimaste indietro. Oggi vediamo la differenza tra chi l'ha fatto e chi no. In termini di risultati».

«La robotica insidia i lavori ripetitivi. L'IA i lavori intellettuali. Ma cosa non possono fare? Non possono distinguere il giusto dallo sbagliato, il bello dal brutto. Non hanno capacità di empatia, carattere tipicamente umano». 

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Roberta Marracino 

Growth & Strategy Lead, Accenture

«Tecnologia e sostenibilità sono i due nuovi trend che determineranno il lavoro del futuro. Per i giovani significa che da una parte c'è l'accelerazione della trasformazione tecnologica che portano nuovi lavori e l'aumento della produttività e dunque di ricchezza. Dall'altra ci sono i mestieri della sostenibilità per cui gli investimenti saranno consistenti e per cui ci sarà bisogno di competenze e quindi di persone: dagli agronomi agli ingegneri. Voi ragazzi siete tutti orientati in questo senso».

«Consigli ai ragazzi? Siate consapevoli delle opportunità. Life long learning: la vita lavorativa è un continuo apprendimento».

«L'impatto combinato dell'accelerazione tecnologica e della transizione energetica stanno imprimendo una grande trasformazione al mondo del lavoro, portando alla nascita di nuove figure professionali e alla necessità di adeguare competenze e modelli organizzativi. In questo contesto il connubio tra tecnologia e capacità di sviluppo di nuovi mestieri rappresenta, per le aziende, l'ingrediente indispensabile per reinventarsi in un’ottica sostenibile. La tecnologia ha sempre abilitato le grandi trasformazioni e quella della sostenibilità non fa eccezione.

Quella dei prossimi anni è grande finestra di opportunità in termini di creazione di nuovi posti di lavoro e competenze legate alla transizione ESG, e questa è una sfida che il Sistema Italia può vincere intensificando la collaborazione pubblico/privato, portando a scala esperienze di eccellenza e valorizzando il Made in Italy 'sostenibile'».

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Giovanni Maria Benucci 

Amministratore Delegato, Fabrica Immobiliare SGR

«I parametri Esg sono centrali. Ma in termini di innovazione bisogna porsi con spirito critico. Dobbiamo ragionare. Affrontare la normativa in maniera critica e al tempo stesso propositiva. Perché il rischio è che come effetto si possa cadere in effetti indesiderati, ad esempio in termini di capitale sottratto. Dobbiamo averne consapevolezza e quindi dialogarci. Bisogna porsi quindi lucidamente la quesitone e affrontarla in modo serio».

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Fabrizio Palermo

 Amministratore Delegato e Direttore Generale, Acea

«Il capitale umano può rappresentare, anche guardando al nostro Gruppo, l'elemento che può determinare il successo o l'insuccesso di qualsiasi strategia» per questo «stiamo lavorando al nuovo Piano Industriale e l'individuazione dei nuovi talenti sarà fondante per garantirne il successo».

«Soprattutto per un manager come me è strategico non solo guardare al capitale umano presente in azienda ma soprattutto al capitale umano che dovremmo attrarre, come i giovani - che saranno elemento trainante del futuro« ha osservato l'ad Palermo sottolineando anche l'aspetto legato alla formazione del nuovo capitale umano da portare in azienda, »con percorsi quanto più individuali possibili».

«Ho gestito la ristrutturazione di aziende come Fincantieri e Cdp e il cambiamento importante è stato quando si è creduto nel fatto che si poteva cambiare l'azienda», ha ricordato l'ad. «Lo è stato per Fincantieri, che era un'azienda colosso di Stato praticamente fallito e che abbiamo trasformato in una multinazionale presente in tutto il mondo, lo è stato per Cdp che era una realtà un pò addormentata e che oggi è presente in tutti i mercati», ha aggiunto Palermo.

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Pier Francesco Rimbotti 

Founder & Ceo, Infrastrutture S.p.A.

«L'Intelligenza Artificiale dà un'ulteriore scossa al mondo del lavoro. Le sfide di cambiamento sono molto importanti. Cresce a una velocità spaventosa e questo riporta il tema della centralità della persona, le skill che bisogna avere per stare al passo».

«La ricetta di un'azienda per rinnovarsi? Sono la creatività, la passione, la curiosità, la voglia di innovare».

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Giovanni Di Bartolomeo 

Preside Facoltà di Economia Sapienza Università di Roma

«Viviamo in un mondo in cui il cambiamento va sempre più veloce. Cerchiamo di dare agli studenti tutti gli strumenti possibili. E c'è necessità di confrontarci anche con le realtà che sono fuori dall'università».

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Antonella Polimeni

Magnifica Rettrice Sapienza Università di Roma

«Siamo qui per fare una riflessione su quanto le nuove tecnologie e la digitalizzazione cambieranno il mondo del lavoro e la vita dei cittadini. Come università siamo chiamati alla responsabilità. Sono tempi difficili. E' necessario avere il coraggio di confrontarsi con la complessità. Le nuove forme di Ia, ormai presenti nella nostra quotidianetà hanno effetti su di noi sempre più visibili. Nella realtà universitaria è proprio grazie alle nuove tecnologie che abbiamo potuto accorciare le distanze e continuare ad erogazione formazione. Ma ci mettono di fronte a forme di didattica nuove. La nostra didattica si deve rinnovare fortemente nei contenuti».

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Dall’Intelligenza Artificiale al mondo virtuale, il ruolo dell’uomo e del lavoro

In diretta dall’Università degli Studi di Roma La Sapienza - Facoltà Economia, aula Tarantelli - il 16 novembre ore 12 in streaming il convegno MoltoFuturo "Lavoriamo al domani". Dalle 11:55 diretta streaming su ilmessaggero.it, ilgazzettino.it, ilmattino.it, corriereadriatico.it e quotidianodipuglia.it

I temi

In discussione non è solo il saldo in termini di livelli occupazionali fra le attività che andranno ad esaurirsi e le nuove opportunità che si apriranno con l’introduzione delle tecnologie digitali e l’implementazione della transizione ecologica, il lavoro andrà completamente ripensato nelle modalità e anche nei luoghi di svolgimento.

Le grandi dimissioni, il quiet quitting, la crescente richiesta di smart working, il lavoro nel metaverso, le sempre più diffuse istanze di riduzione dell’orario di lavoro sono solo alcune delle importanti tendenze che portano a ritenere che nei prossimi anni il lavoro cambierà radicalmente. L’identità data da un mestiere sarà probabilmente sostituita dall’insieme di competenze, spesso afferenti al mondo delle cosiddette soft skills, quelle propensioni e capacità trasversali a più settori della produzione e dei servizi, che costituiranno il bagaglio di ognuno di noi. Per questo è indispensabile assegnare sempre maggior rilievo alla formazione dei nostri giovani, perché senza il loro apporto si oscura il futuro di tutta la collettività.

Ne discutono

  • Antonella Polimeni, Magnifica Rettrice Sapienza Università di Roma
  • Giovanni Di Bartolomeo, Preside Facoltà di Economia Sapienza Università di Roma
  • Fabrizio Palermo, Amministratore Delegato e Direttore Generale, Acea
  • Pier Francesco Rimbotti, Founder & Ceo, Infrastrutture S.p.A.
  • Giovanni Maria Benucci, Amministratore Delegato, Fabrica Immobiliare SGR
  • Roberta Marracino, Growth & Strategy Lead, Accenture
  • Romano Prodi, Economista
  • Michel Martone, Professore ordinario di diritto del lavoro e relazioni industriali, La Sapienza

Moderano

  • Costanza Calabrese, Giornalista
  • Massimo Martinelli, Direttore Il Messaggero
  • Christian Martino, Caporedattore Il Messaggero

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