Il ministro del Lavoro Poletti: «Le piattaforme online devono tutelare i lavoratori»

Il ministro Poletti a Maker Faire (Foto di Giacomo Gabrielli/Ag. Toiati)
di Andrea Andrei
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Venerdì 14 Ottobre 2016, 15:03 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 07:22

«L'innovazione in Italia c'è. Basta volerla usare». È un Giuliano Poletti ottimista ma anche molto realista, quello intervenuto alla Maker Faire Rome, la più grande fiera dell'innovazione in Europa che si terrà fino a domenica alla Nuova Fiera di Roma. «Ho fatto un bel giro fra gli stand - racconta il ministro del Lavoro - e ogni volta c'è qualcosa di nuovo da vedere. È possibile rendersene conto a occhio nudo: due anni fa si parlava di stampanti 3D, poi degli oggetti costruiti con le stampanti 3D, adesso dei materiali che si possono impiegare. Poi escono numeri importanti per l'occupazione. Ci sono aziende che mi dicono che in pochi anni hanno raddoppiato o triplicato le assunzioni dei giovani».

Poletti è una vecchia conoscenza della Maker Faire: «Non capita spesso che un ministro partecipi a tre edizioni di un evento di fila - scherza - ma questa fiera ci ricorda ogni anno che è fondamentale continuare a cambiare, non fare le cose pensando e imitando sempre il passato. Il che è anche uno dei principali problemi del lavoro di oggi: il mondo dell'innovazione va molto più veloce della società».

Tanto che, come in ogni grande rivoluzione industriale, la transizione non è certo indolore. Ne sanno qualcosa i fattorini di Foodora, piattaforma tedesca per le consegne a domicilio, che protestano da giorni per gli stipendi troppo bassi. «Nel lungo periodo le rivoluzioni industriali hanno portato storicamente a un aumento dei posti di lavoro. Il problema è il periodo di transizione, perché nel breve periodo molti posti vengono invece distrutti. Perciò è necessario che la legislazione del lavoro si adatti al cambiamento.

Nel caso delle piattaforme, c'è un problema di responsabilità sociale: non possono limitarsi a mettere le persone in contatto, ma devono anche garantire che questo libero scambio avvenga nel rispetto delle normative sul lavoro.

Ma per tutelare i lavoratori dev'esserci una risposta unitaria a livello europeo, ed è la ragione per cui ieri ho incontrato il ministro del Lavoro francese e nei prossimi giorni continuerò a vedermi con gli altri miei colleghi in Europa. Non possiamo muoverci da soli, serve un'azione comune».

Cosa consiglia il ministro ai giovani che approcciano al mondo del lavoro? «Di fare esperienza, perché quella permette di imparare a conoscere se stessi e a capire le proprie passioni e inclinazioni».

andrea.andrei@ilmessaggero.it
Twitter: andreaandrei_

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