Maker Faire Rome, ecco gli artigiani digitali del futuro: 56 scuole e 30 università presentano i loro progetti

Maker Faire Rome, ecco gli artigiani digitali del futuro: 56 scuole e 30 università presentano i loro progetti
di Federica Macagnone
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Lunedì 10 Ottobre 2016, 15:34
Hanno idee vincenti, ricerche di altissimo livello alle spalle e occhi nuovi con cui guardare il mondo che verrà: sono i nuovi artigiani digitali, ragazzi di scuole e università che, con le loro visioni futuristiche, affolleranno gli stand della Maker Faire – The European Edition 4.0 per presentare i loro progetti. Vengono tutti da 56 scuole e oltre 30 università e istituti di ricerca che saranno presenti per tre giorni (14-15-16 ottobre) alla Fiera di Roma, mostrando tutte le potenzialità che nascono e si sviluppano nei nostri centri del sapere.

Università. Gli atenei (padiglione 6) mostreranno al pubblico progetti di altissimo livello che coprono uno spettro esteso di settori: a presentare le loro idee non saranno solo facoltà di ingegneria, informatica e materie scientifiche, ma anche dipartimenti di settori umanistici.

L'università “La Sapienza” di Roma sarà presente con uno stand che, attraverso 16 espositori, promuoverà le numerose eccellenze e competenze dell’Ateneo in ambito stampa 3D, Arduino e innovazione DIY (Do It Yourself). Dall’ingegneria alla paleontologia, dal design ai beni culturali e all’architettura, lo stand Sapienza ospiterà progetti e manufatti multidisciplinari capaci di mostrare il potenziale innovativo e l’impatto tecnologico e sociale della ricerca di Ateneo. Tra questi GENDE, un tool, proposto dal professore Andrea Vitaletti, ricercatore al dipartimento di Ingegneria informatica automatica e gestionale Antonio Ruberti (DIAG), che consente di realizzare collane stampate in 3D attraverso design partecipativo e algoritmi genetici che mimano la selezione naturale. Saranno presentati, inoltre, progetti di riciclo delle scocche in ABS per ottenere filati per 3D printer, tessuti innovativi in Filaflex e robot DIY capaci di interagire emotivamente con il contesto esterno, frutto della collaborazione della Design Factory di Sapienza con ENEA Casaccia e il dipartimento di Ingegneria informatica della Sapienza. Lo stand ospiterà anche un corner beni culturali dove, accanto alle ricostruzioni di crani preistorici e fossili in 3D, sarà possibile osservare il lavoro di monitoraggio e valorizzazione del patrimonio culturale proposto da W-Sense, uno spin-off della Sapienza.

Passando alle altre università, nei settori più direttamente legati alla tecnologia sono presenti, solo per citarne alcuni: sistemi per l’analisi del movimento (Università degli Studi di Roma Tor Vergata); robot per interventi chirurgici (Università degli Studi di Torino) e per l’analisi dei cibi (Università Tuscia di Viterbo); un veicolo ibrido a biometano (XAM del Politecnico di Torino); un sistema di riabilitazione a distanza (Università degli Studi di Milano) e progetti per la manifattura additiva 3D con nanotecnologie (Università degli Studi Roma Tre). L'Università degli Studi di Siena presenta, tra i vari progetti, una sperimentazione su protesi stampate in 3D low cost per persone che hanno subìto una amputazione, mentre l'Università degli Studi di Trento mostrerà il suo progetto su nano-compositi polimerici di nuova generazione per la stampa tridimensionale additiva.

Per quanto riguarda l’architettura e il design, sono interessanti le idee proposte da Tor Vergata, che prevede repliche in 3D di importanti opere di ingegneria, e dal Politecnico di Milano, fra i quali i progetti del dipartimento di Design e della Polifactory (uno spazio di sperimentazione e ricerca di 300 mq collocato nel Campus Bovisa, che combina un FabLab e un coworking). Il dipartimento di Chimica dei materiali si interrogherà invece sul tema: “What's the point of 3D printing?”.

Molteplici i progetti dei centri di ricerca quali il CNR, l’Istituto nazionale di Fisica nucleare e il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (CREA).
Presenti anche università internazionali quali: la Coburg University, che presenta una bici open source; l’RWTH Aachen University di Aquisgrana, che porta uno scanner 3D, e la Tsinghua University di Pechino, che insegna a chiunque come costruire un computer in dodici settimane.


Scuole. Ma la Maker Faire è anche il luogo dove le idee creative dei più giovani possono trovare spazio ed essere presentate al grande pubblico. Saranno 56 le scuole, provenienti anche da Paesi dell'Unione europea (oltre a un istituto israeliano in rappresentanza di tutte le candidature ricevute extra UE), presenti alla Fiera (padiglione 9) per mostrare le potenzialità e i progetti dei nuovi artigiani digitali del futuro.

La categoria più rappresentata, come da tradizione, è quella dei progetti relativi ai droni. Alla manifestazione sono presenti macchine e robot di tutti i tipi: volanti, da terra, acquatici, bracci meccanici e robot a sembianza umana (tra questi l’IPSIA Galilei di Castelfranco Veneto propone un drone che può servire a contrastare attacchi terroristici).
Nella categoria domotica e ambiente troviamo progetti, sempre più maturi, per il monitoraggio ambientale del mare, per le coltivazioni idroponiche e per il controllo energetico.
Nel settore moda saranno presentati tessuti che si raffreddano da soli, altri che si scaldano lentamente con una bassa elettricità e abiti cyberspazio punk sempre più interattivi.

In cucina, oltre ai cibi stampati in 3D, arriva il progetto “Pentolino” - uno start cocker in grado di cucinare a distanza - dell’IIS Ferraris Brunelleschi di Empoli, mentre sono molti i ragazzi che quest'anno si sono impegnati nella categoria della salute e del sociale: tra i vari progetti troviamo il materasso gonfiabile che misura il peso con la pressione e una macchina che aiuta gli anziani nella loro vita quotidiana. Infine, un interessante progetto dal titolo “Crowd4Africa”, che combina il crowd funding e l’auto-costruzione di stampanti 3D per donare due ospedali e due-mini fabbriche in Africa, a cura dell’Istituto Massimo di Roma.
Molti i progetti ludici, come le repliche di vecchi videogiochi arcade, le battaglie di Ardusumo e i batteristi elettronici. Alla manifestazione sarà inoltre presentato il lavoro di un 15enne greco che, con la sua stampante 3D, ha costruito un robot umanoide.

La lampada del futuro. Da oggetto inquinante a strumento al 100% sostenibile: è la lanterna al kerosene 2.0, un progetto Liter Of Light che ha modificato uno degli strumenti, obsoleti e pericolosi, più utilizzati tra le fasce povere della popolazione, facendolo diventare una lampada solida, compatta, all’avanguardia ed eco sostenibile. Rispondendo all'obiettivo delle Ong, garantisce energia a tutti coloro che soffrono una condizione di povertà, grazie all'utilizzo di componenti elettronici di base facilmente reperibili ovunque, consentendo alle comunità di mantenere la propria fonte di illuminazione solare e di essere indipendenti in maniera sostenibile. A presentare il prototipo in anteprima europea alla Maker Faire di Roma saranno proprio i giovanissimi componenti di Liter Of Light Italia: i fratelli Lorenzo e Giorgio Giorgi, Giacomo Battaini, Simone Gori ed Elena Mannocci. «Il nostro obiettivo è portare la luce là dove la luce non riesce ad arrivare per carenza di infrastrutture - ha detto Lorenzo Giorgi, presidente di Liter Of Light Italia - Utilizzare strumenti così diffusi tra le comunità in cui interveniamo, modificati in modo sicuro e sostenibile con l’uso di componenti elettronici di base, significa non solo dotare le popolazioni di nuovi strumenti più all’avanguardia ma anche incrementare le possibilità che loro stesse imparino a modificarli e possano continuare ad usarli in modo autonomo». Appuntamento, dunque, alla Maker Faire per essere testimoni del futuro. 
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