Lavora sugli ipertesti, le pagine testuali legate tra loro da un link, e in questi collegamenti riconosce la base per il web insieme a Robert Caillau, l'informatico belga che lo sostenne. Scrive il primo server sul suo Next Cube, uno dei computer creati da Steve Jobs dopo l'uscita dalla Apple. E insieme a questo anche il primo browser, WorldWideWeb, coniando così il nome con cui sarà riconosciuta la Rete. Il browser WorldWideWeb è tutt'altro che primitivo: ha una bella interfaccia grafica e consente di scaricare immagini, suoni e filmati. Il problema però è che gira solo su Step OS, il sistema operativo della Next, e soprattutto ha bisogno di un computer di livello alto, troppo costoso per gli utenti. Così i comuni mortali dovranno aspettare l'uscita del browser Mosaic dell'Università dell'Illinois, nel 1993, per iniziare a sperimentare il primo web. Il 30 aprile di quell'anno il Cern rilasciò il codice sorgente del sistema informativo, permettendo a tutti non solo di accedervi ma di costruire browser, client, server. Di creare, insomma, quel www su cui oggi trascorriamo la maggior parte delle nostre giornate. Nel 1995 i siti nel mondo erano meno di 25mila ma già nel 1996 erano cresciuti di 10 volte. Mentre il primo milione è stato toccato nel 1999.
Un vero e proprio boom c'è stato tra il 2011 e il 2012, quando il numero dei siti è passato da circa 350mila a quasi 700mila.
Il traguardo del miliardo di siti web nel mondo è stato raggiunto nel 2014: a certificarlo il 'contatorè di Internet Live Stats che ora segna quasi 1 miliardo e 61 milioni e circa 3,5 miliardi di utenti attivi. A far vivere una seconda giovinezza al web è stata la diffusione esponenziale di social network e dispositivi mobili. Per capire com'è cambiato il mondo in 25 anni basta dare un'occhiata proprio al contatore di Internet Live Stats: fino a questo momento sono state fatte oltre tre miliardi di ricerche su Google, inviati quasi 425mila tweet, caricate su Instagram quasi 43 miliardi di foto. Il tutto ha generato fino ad ora quasi oltre due miliardi di Gb di traffico. E secondo un rapporto di Cisco, entro il 2020 ci saranno più persone connesse con cellulari che con elettricità o acqua corrente. Un diluvio di dati mobili trainato dai video.
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