Viaggiare più veloci del suono: dallo SpaceLiner a Hyperloop, ecco i trasporti del futuro

Viaggiare più veloci del suono: dallo SpaceLiner a Hyperloop, ecco i trasporti del futuro
di Andrea Andrei
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Lunedì 30 Novembre 2015, 22:50 - Ultimo aggiornamento: 15 Febbraio, 10:09
Volare da Roma a Melbourne in circa un'ora e mezza. O raggiungere Milano dalla Capitale in poco più di venti minuti. Il tutto, inquinando poco o nulla. Il futuro della mobilità si preannuncia efficiente, tecnologico e, soprattutto, rapidissimo. Hyperloop, SpaceLiner, Hikari sono solo alcuni nomi dei diversi progetti di nuove modalità di trasporto passeggeri che da qualche anno stanno nascendo.

Mezzi in grado di muoversi a una velocità pari o addirittura superiore a quella del suono. Se la tecnologia ha compiuto passi da gigante invadendo e rivoluzionando tanti settori, lo stesso finora non è riuscita a fare con uno dei più importanti, quello dei trasporti. L'uomo ha annullato tempo e distanze grazie al Web eppure, per spostarsi, è ancora costretto a prendere un'automobile, un treno o un aereo. Mezzi che oltre a essere dispendiosi e inquinanti, sono anche potenzialmente pericolosi.

Eppure adesso qualcosa (è il caso di dirlo) sembra muoversi. Non solo perché Google ha messo in strada i primi prototipi di Google Car, l'auto che si guida da sola, ma anche perché diverse aziende hanno deciso di scommettere su progetti in grado di rivoluzionare il settore.

UNDICI MOTORI
Gli aerei supersonici sono fra questi ultimi. Si chiamano così perché volano a una velocità Mach 5 o anche Mach 8, vale a dire 5 o 8 volte quella del suono. Vengono sviluppati spesso con la collaborazione delle agenzie spaziali. Come SpaceLiner: nato grazie ai ricercatori del Centro Aerospaziale Tedesco, si tratta di un cosiddetto “spazioplano”, un ibrido fra un aereo e uno shuttle. Può trasportare 50 passeggeri a una velocità spaventosa, di 25.200 chilometri orari. Ma come si viaggia dentro un mezzo simile? Quasi come gli astronauti, anche se non è necessaria alcuna preparazione.

Lo SpaceLiner parte in posizione verticale, e viene spinto da undici motori che lo proiettano fino alla mesosfera, a circa 80 chilometri di altezza. A quel punto una parte dello shuttle si stacca e torna autonomamente alla base, mentre lo spazioplano si posiziona in orizzontale e prosegue il viaggio verso la sua destinazione. Nei primi dieci minuti di volo, i passeggeri dovranno sopportare un peso fino a 2 volte e mezzo quello del proprio corpo, circa la metà di quello che si avverte sulle comuni montagne russe. Lo SpaceLiner, guidato da due piloti come i normali aerei di linea, viene alimentato solo da ossigeno e idrogeno allo stato liquido, e produce perciò solo vapore acqueo, il che lo rende anche ecologico.

D'altra parte si tratta di un progetto che presenta comunque molte difficoltà e diversi problemi. Innanzitutto, quello economico: anche se i componenti dello SpaceLiner sono riutilizzabili (i motori possono fare 25 lanci) i costi sono molto alti, soprattutto perché l'utilizzo di simili aerei sarebbe comunque limitato a tratte superiori ai 9 mila chilometri. Inoltre ci sarebbe necessità di costruire delle basi spaziali per ospitarli. Si parla, insomma, di circa 30 miliardi di euro di investimento iniziale. In pratica, una tecnologia come SpaceLiner sarà appannaggio solo dei governi e degli utenti più ricchi.

IN COSTRUZIONE
C'è poi un altro progetto, Hyperloop, che sta al treno come SpaceLiner sta all'aereo. Detto in parole povere, «è una capsula che lievita dentro un tubo, che a sua volta viene svuotato dell'aria», come spiega l'italiano Gabriele “Bibop” Gresta, co-fondatore di Hyperloop Transportation Technologies, azienda con sede a Los Angeles, «Replichiamo la stessa atmosfera che c'è sopra agli undici mila metri di altezza: c'è poca resistenza, il che ci permette di muovere la capsula a 1.123 chilometri orari. Per andare da Roma a Milano ci vorranno circa 25 minuti». L'idea fu lanciata nel 2013 dal fondatore di Tesla, Elon Musk, ed è stata raccolta da diverse aziende e ricercatori indipendenti, fra cui appunto Bibop. «Ogni capsula può trasportare 28 passeggeri. Il tubo sarà costruito sollevato da terra, con il minor impatto ambientale possibile, e sarà alimentato da pannelli solari e turbine eoliche».

I costi anche sembrano tutto sommato contenuti: per collegare Roma e Milano ci vorrebbero circa 6 miliardi di euro e circa 4 anni di lavori. Fantascienza? Niente affatto: Hyperloop è già in costruzione, ed entro il 2018 in California sarà realizzata una prima tratta di 8 chilometri. Chi vedrà, viaggerà.

andrea.andrei@ilmessaggero.it

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