Il robot-commesso non sa lavorare, il supermercato britannico lo licenzia

Il robot-commesso non sa lavorare, il supermercato britannico lo licenzia
di Cristina Marconi
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Martedì 23 Gennaio 2018, 09:00 - Ultimo aggiornamento: 15:08
Fabio non si è dimostrato professionale, Fabio è stato licenziato. Capita. Solo che Fabio è un robot e la sua esperienza mostra che forse ci vorrà del tempo prima che quelli come lui sostituiscano gli umani, almeno come commessi nei negozi. Al supermercato Margiotta di Edimburgo, su questo punto, hanno le idee chiare: il robottino bianco, detto ShopBot e messo a punto dall'Università di Heriot-Watt, polo tecnologico della città scozzese, ha spaventato i clienti, a volte non ha saputo dare indicazioni utili e non è riuscito a convincerli neppure ad assaggiare del maiale arrosto offerto in omaggio.

IL TEST
L'esperimento è stato filmato dalla BBC nel programma Sei robots e noi e mostra Fabio, nella cui memoria sono stati inserite centinaia di informazioni sui prodotti, che saluta i clienti in maniera scherzosa, battendo il cinque o dando loro un caloroso benvenuto con un «Ciao splendore». All'inizio funziona, ma solo per poco. I rumori di fondo lo disturbano e non gli permettono di capire le domande dei clienti - la birra? «È nella sezione alcol», spiega in modo vago - e per questo i suoi capi hanno deciso di demansionarlo, mettendolo a offrire dell'arrosto di maiale.
E lì Fabio ha dato il peggio di sé: zelante, troppo entusiasta, ha spaventato i clienti, che non solo hanno preso ad evitarlo, ma in alcuni casi sono anche usciti dal negozio, mentre quelli che incontravano il suo collega umano l'arrosto lo prendevano, e volentieri.

LA DELUSIONE
«Pensavamo che un robot fosse un'aggiunta fantastica per mostrare ai clienti che vogliamo fare cose nuove e divertenti», spiega Elena Margiotta, titolare del supermercato insieme al padre Franco e alla sorella Luisa. «Purtroppo Fabio non ha lavorato come speravamo», ha aggiunto Luisa, sottolineando come uno dei problemi sia stata l'incapacità del robottino bianco di muoversi per il negozio, limitando la possibilità di accompagnare i clienti fino allo scaffale del prodotto cercato e lasciandolo a dare le sue indicazioni imprecise e inutili.

Quando Franco Margiotta gli ha detto che non avrebbe continuato a lavorare nel supermercato, parte dell'impero che ha fondato dopo essere andato via dall'Italia cinquant'anni fa, Fabio gli ha chiesto «Sei arrabbiato?», invece di arrabbiarsi lui stesso. Ma i più tristi di tutti per il licenziamento di Fabio sono stati i suoi colleghi, che gli si erano affezionati.

LA REAZIONE
Secondo il direttore del laboratorio di interazione all'università di Heriot-Watt, Oliver Lemon, «una delle cose che non ci aspettavamo era che la gente che lavora nel negozio si attaccasse a lui. Quando l'abbiamo preso e rimesso nella scatola, qualcuno si è messo a piangere». Per Lemon si è trattato di una sorpresa, perché era certo che gli altri commessi «si sarebbero sentiti minacciati perché lo avrebbero percepito in competizione con loro». Ma lo scienziato, papà di Fabio, ci ha tenuto a precisare che la sua sofisticatissima creatura non è stata esattamente licenziata come raccontato dai giornali.

«È un'invenzione. Fabio è rimasto per una settimana, che è semplicemente il tempo concordato con la BBC per filmare». Meglio dire che per ora il ragazzo non ha superato il periodo di prova e che ne ha di strada da fare prima di imparare a fare il commesso.

IL CONTATTO
«I nostri clienti amano l'interazione umana e parlare con i nostri dipendenti fa parte di questo», ha sottolineato Luisa Margiotta, secondo cui lo ShopBot in futuro potrebbe avere un ruolo nei magazzini, ma difficilmente riuscirà a adempiere ad uno dei compiti cruciali di un buon venditore: farsi due chiacchiere con il cliente.
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