Così, dopo il divieto di commercializzare droghe illegali, marijuana e prodotti farmaceutici, arriva lo stop alla vendita di armi per i quasi due miliardi di utenti delle due piattaforme online. «Negli ultimi due anni un numero sempre maggiore di persone ha usato Facebook per scoprire o acquistare privatamente prodotti di vario genere – ha dichiarato Monika Bickert, tra i responsabili dell’azienda californiana -. Continuiamo a testare, sviluppare e lanciare nuove iniziative per rendere l’esperienza sul sito ancora migliore e aggiorniamo le nostre politiche per riflettere questa evoluzione».
Un provvedimento, questo, reso necessario in seguito ai numerosi fatti di cronaca che si sono susseguiti negli ultimi mesi, in cui sono morti decine di innocenti per mezzo di armi da fuoco. Anche se non direttamente coinvolti nelle operazioni, i social network, soprattutto Facebook, sono spesso serviti da mercato online per negoziare la compravendita di questi oggetti pericolosi e facilitandone le transazioni, diventando osservati speciali da parte delle autorità che lavorano per evitare il verificarsi di ulteriori stragi e drammi familiari.
Dal canto suo, il famoso social network ha garantito che verranno cancellati tutti i post che violano le nuove regole e che segnalerà alle autorità competenti eventuali irregolarità. Potrebbe anche bloccare gli utenti che non osserveranno il provvedimento o limitare la loro capacità di pubblicare sui propri profili, a seconda del tipo e della gravità dei loro atti. Verranno esaminati anche i messaggi inviati tramite Messenger, il servizio di messaggistica privato della società di Zuckerberg, qualora fosse segnalata la vendita di armi da fuoco tra i partecipanti alla conversazione.
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