Realtà aumentata, non solo per gioco: dalla app per prendere la patente a quelle per l'industria

Realtà aumentata, non solo per gioco: dalla app per prendere la patente a quelle per l'industria
di Andrea Andrei
4 Minuti di Lettura
Lunedì 22 Maggio 2017, 19:05 - Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 05:55
Aggiungere informazioni virtuali a un contesto reale. È questo, in una sola frase, ciò che vuol dire realtà aumentata, da molti considerata una delle nuove frontiere della tecnologia. Il grande pubblico l'ha scoperta con Pokémon Go, il videogioco per cellulare che è diventato una mania mondiale. In effetti il concetto è proprio quello: inquadrare qualcosa con la fotocamera di un tablet o di uno smartphone e vedersi apparire degli elementi virtuali che si sovrappongono allo sfondo, che siano testi, grafici, disegni, suoni o appunto strani mostriciattoli.

GLI SCENARI
Qualcosa che può aprire scenari interessanti non solo nello svago, ma anche in altri ambiti, formazione in primis. Un esempio è l'app ideata da Salvatore Ambrosino, cofondatore e direttore commerciale di Guida e Vai (network a cui aderiscono circa 400 autoscuole italiane) e destinata ai ragazzi che studiano per prendere la patente di guida. Il sistema permette di immaginarsi a occhi aperti nel bel mezzo di un incrocio e capire come comportarsi correttamente. Per non parlare dell'edilizia e dell'architettura: le app per la realtà aumentata, mostrando in anticipo il risultato di un intervento, permettono di assumere decisioni in minor tempo e di prevenire errori. E ancora, la moda: immaginate di vedervi addosso un vestito senza il bisogno di provarlo.

La prima volta che si è sentito parlare di questa tecnologia è stato con il (tristemente) celebre progetto dei Google Glass, gli occhiali intelligenti di Mountain View che avrebbero dovuto rivoluzionare il settore della tecnologia indossabile e di conseguenza la quotidianità delle persone. Un progetto che però, dopo una partenza convinta, è naufragato mostrando i limiti degli smartglass e dei visori più in generale. Ecco perché, come ribadito lo scorso aprile da Mark Zuckerberg alla F8, la conferenza degli sviluppatori di Facebook, la chiave della realtà aumentata e anche dei social network non sarebbero i visori o altri complicati dispositivi, ma la semplice fotocamera del telefonino. I rumors sul prossimo iPhone, secondo cui Apple avrebbe dotato il suo nuovo cellulare di una fotocamera per la realtà aumentata, vanno in questa direzione. Google ha invece presentato Lens, un'applicazione di ricerca immagini che sarà integrata in Assistant e Google Foto che grazie a un incrocio tra realtà aumentata e intelligenza artificiale, permetterà di individuare dettagli sempre più precisi nelle foto scattate da dispositivi.

MADE IN ITALY
Ma è un'azienda italiana che potrebbe presto diventare pioniera della realtà aumentata, anche se in un altro settore, quello dei processi industriali. Perché la Ima spa di Ozzano dell'Emilia (Bologna), leader mondiale nella progettazione e produzione di macchine automatiche per il packaging in vari settori, dall'industria alimentare a quella farmaceutica (una multinazionale con 39 stabilimenti, 5.200 dipendenti e un fatturato da un miliardo e 300 milioni nel 2016), sta sperimentando un'applicazione in grado di agevolare molto il lavoro di manutenzione.

«I tecnici che si occupano di controllare i macchinari saranno dotati di un tablet - spiega Pierluigi Vanti, responsabile dei sistemi informativi di Ima Group - Inquadrando con la fotocamera una parte del macchinario stesso, ad esempio la centralina nel motore di un'auto, l'app rileva di che componente si tratta e fa comparire sullo schermo delle informazioni utili, che possono essere grafiche, testuali o audio. Inoltre il tecnico avrà a disposizione dei menu navigabili con cui selezionare solo le informazioni di cui ha bisogno». Un sistema che permette di ridurre molto le tempistiche del lavoro: «Secondo gli studi di settore, un operatore utilizza il 50% del tempo per ottenere informazioni» sottolinea Vanti. Al momento esistono due prototipi di questa tecnologia, che Ima ha presentato alla Fiera internazionale Interpack a Düsseldorf all'inizio di maggio e che dovrebbero diventare operativi entro 5 o 6 mesi. Il progetto fa parte di quelli del settore Ricerca e innovazione coordinato da Dario Rea, da oltre 20 anni all'Ima, presieduta da Alberto Vacchi.

VISORI E OCCHIALI
Eppure c'è ancora chi nei visori ci crede e ci investe. È il caso di Microsoft, che oltre ad aver puntato molto su Hololens, i visori di cui l'azienda di Redmond ha recentemente mostrato una possibile applicazione in chirurgia (potrebbero aiutare i medici nelle operazioni alla spina dorsale), sta anche sviluppando nei suoi laboratori di ricerca un prototipo di occhiali in grado non solo di mostrare degli ologrammi a chi li indossa, ma anche di correggere l'astigmatismo proprio come comuni lenti. Vedere per credere.

andrea.andrei@ilmessaggero.it
Twitter: @andreaandrei_

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