Il volume è concepito come una guida, ricco d'informazioni sia sulle piattaforme social più comuni sia sulle loro policy riguardo ai ragazzini; ci sono anche i regolamenti in materia di protezione di dati personali e un glossario con i termini da conoscere, come "deep web" e "fake". Sulla copertina del libro c'è l'illustrazione di Stefano Maria Girardi: ritrae una bambina arrabbiata che parla al telefono. Il leitmotiv che accompagna il libro è questo: i minori sono il bersaglio quasi prevalente e più ambito dalla maggior parte di queste piattaforme e gli strumenti per difenderne la presenza online sono pressoché assenti. Anzi, deludenti. «Nasci, cresci e posta» è pure una guida per i genitori, visto che il rapporto tra social e figli è una delle sfide educative più importanti da affrontare. Steve Jobs, ad esempio, limitava ai propri ragazzi l'uso dell'iPad, sostituito dalla sana e antica abitudine delle cene in famiglia. E Chris Anderson, ex direttore della rivista tecnologica Wired ora costruttore di droni, aveva istituito limiti di tempo e "parental control" per ogni display di casa.
«Spero che questo libro venga letto da genitori, educatori e adulti curiosi - scrive nella prefazione Giovanni Ziccardi, docente di Informatica giuridica all'Università degli Studi di Milano -.
Tutti sappiamo quanto sia difficile far leggere di questi argomenti ai giovani. Se, però, già i loro genitori e parenti approfondissero i temi trattati, si creerebbe un quadro migliore, di dibattito e confronto aperto e consapevole, che potrebbe certamente portare a un miglioramento diffuso e a un ripensamento, in molti casi, di tanti comportamenti che oggi sono incompresi o male interpretati». «Sono da tempo convinto che prima, e accanto, a un'opera di educazione civica digitale, che da anni si domanda venga introdotta nelle scuole - aggiunge Ziccardi - sia necessaria una nuova opera di educazione civica 'tradizionale, di ritorno alla legalità e al suo insegnamento. I problemi sociali vengono, infatti, prima dei problemi tecnologici, e molte questioni emerse sui social e sulle reti potrebbero essere risolte operando, si diceva, alla base».
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