Se il Consiglio d'amministrazione darà il via libera definitivo, le nuove denominazioni saranno online già a partire dal primo trimestre 2009. Importante ma non unica novità presentata nella riunione parigina: l'Icann ha infatti anticipato anche l'apertura a indirizzi web registrati in caratteri non latini, come il cinese o l'arabo. Fino a oggi, chi utilizzava questi alfabeti era costretto ad adoperare i "patch" (correttivi logici) per traslitterare i nomi dei domini e poterli così rendere accessibili sulla rete.
Attualmente, oltre la metà dei 162 milioni di domini internet ha estensione .net o .com, a fronte di circa 250 estensioni disponibili (alcune nazionali, come .it e .fr, e altre tematiche, come .org, .edu e .info). Con il nuovo sistema questa predominanza finirebbe presto per cadere; grandi aziende, città, organizzazioni internazionali, gruppi religiosi, e anche privati cittadini, chiunque potrà avere il proprio indirizzo Internet con il proprio nome come estensione. Ma bisogna anche valutare i costi: un dossier di richiesta per una nuova estensione, secondo le previsioni dell'autorità di denominazione per i domini francesi (Afnic), costerà infatti decine di migliaia di dollari e dovrà dimostrare la solidità finanziaria e la competenza tecnica del richiedente.
C'è inoltre il problema dei diritti d'autore: evitare che una persona registri un indirizzo Internet utilizzando come estensione, per esempio, una marca molto nota, o il nome di una celebrità. L'Icann non ha finora fornito risposte ufficiali, ma di certo non potrà trascurare quella che già molte aziende vedono come una minaccia ai loro introiti.