Huawei Mate 10 Pro, l’intelligenza artificiale entra nel cellulare: ecco il nuovo smartphone

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di Andrea Andrei
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Lunedì 16 Ottobre 2017, 15:00 - Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 14:03

dal nostro inviato

MONACO DI BAVIERA - Che cos’è - davvero - l’intelligenza artificiale? Non se lo chiedono solo le grandi aziende hi-tech, sempre più lanciate alla rincorsa dell’ultima frontiera dei robot intelligenti, anello di congiunzione fra macchina e uomo. A livello di definizione, è semplice: si tratta di un sistema che permette ai dispositivi elettronici di pensare in modo simile all’uomo, di «applicare delle competenze per raggiungere un risultato» sfruttando dei sensori che riproducono e anzi migliorano le percezioni umane, per dirla con le parole del guru della Silicon Valley Jerry Kaplan. Un concetto che nella sua semplicità è quanto di più complesso possa esserci. Un concetto che, a sentire i colossi tecnologici, nel giro di pochi anni è destinato a cambiare il mondo intero, e che potrebbe sostituire l’uomo in alcuni tipi di lavori. Ma per ora il risvolto pratico di questa tecnologia la vediamo soltanto in alcune tipologie di applicazioni.

 

 


Ed è proprio di questo tipo di applicazioni che le aziende tecnologiche stanno dotando i loro dispositivi, smartphone in primis. Fra queste, in prima linea c’è Huawei, che oggi ha presentato all’Olympiahalle di Monaco di Baviera il suo nuovo cellulare di alta gamma, Mate 10, che proprio dell’IA fa il suo principale punto di forza. Il nuovo smartphone dell’azienda cinese sarà prodotto in due versioni, di cui solo quella Pro arriverà in Italia.

Anche se Huawei lo mette in chiaro da subito: “Questo non è uno smartphone”, specifica lo slogan che appare alle spalle del ceo Richard Yu, “è una macchina intelligente”.

CARATTERISTICHE TECNICHE
Esteticamente è molto sottile (solo 7,8 millimetri), è rivestito di vetro (attenzione perché rigarlo può essere molto semplice) e la sua caratteristica è una fascia nella parte posteriore all’altezza della fotocamera. Display Amoled da 6 pollici senza bordi e senza tasto Home con una ratio da 18:9, super-batteria da 4000 mAh (che garantisce, sostiene l’azienda, un giorno di durata per un uso intenso e due giorni per un uso normale) e doppia fotocamera Leica da 20 megapixel disposta in verticale (quella frontale è da 8 Mp). Il sistema operativo è il nuovo Emui 8.0 (Android 8.0 Oreo), ma la vera novità è rappresentata dal processore Kirin 970: è proprio lui il “cervello” del cellulare, quello che rende il telefono una macchina intelligente. Un’unità “neurale”, grazie alla quale il cellulare è in grado di eseguire alcune operazioni, fra cui l’ottimizzazione delle risorse in base all’uso che il singolo utente fa del dispositivo, l’apprendimento delle abitudini dell’utente stesso e anche la capacità di riconoscere, attraverso la fotocamera, l’oggetto o il testo inquadrato e tradurlo istantaneamente. Il Kirin 970 ha una Cpu da 8 Core e una Gpu da 12 Core.

FOTOCAMERA
La fotocamera in effetti, seguendo la tendenza Huawei degli ultimi anni, è uno dei punti forti del del Mate 10 Pro. L’abbiamo provata e la capacità di regolare le impostazioni di luminosità, contrasto e messa a fuoco in base al soggetto inquadrato è davvero funzionale. Che si tratti di cibo, di una pianta, di un fiore o di un volto umano, il telefono identifica ciò che si trova di fronte all’obbiettivo e si auto-regola per ottenere lo scatto migliore. Meno soddisfacente è stata la prova della traduzione del testo: se può andar bene per singole parole (come per un cartello di indicazione), davanti a un testo più complesso la qualità della traduzione cala notevolmente. È vero comunque che si tratta di una funzione che potrebbe migliorare in un prossimo futuro con degli aggiornamenti.

Il Mate 10 supporta una doppia sim 4G.

Altra particolarità è la possibilità di collegare il cellulare a uno schermo con un semplice cavo usb-Hdmi. In tal modo è possibile navigare all’interno dello smartphone e visualizzare i contenuti come sul pc.

Mate 10 Pro arriverà nei negozi italiani a metà novembre al prezzo di 849 euro, nelle colorazioni Titanium Gray e Midnight Blue. La colorazione Moka Brown sarà disponibile in Italia in un secondo momento, mentre il Pink Gold non arriverà.

Il Mate 10, come il Mate 9, avrà anche una versione di lusso Porsche Design, che sarà in commercio sempre da metà novembre nella colorazione Diamond Black al prezzo, altrettanto di lusso, di 1.395 euro.

«Abbiamo fatto il primo passo - dice a margine dell’evento un soddisfatto Pier Giorgio Furcas, Deputy General Manager Consumer Business Group di Huawei Italia - e crediamo fortemente che l’intelligenza artificiale sia la via da percorrere. D’altronde se penso a cosa sia l’intelligenza in un umano, rispondo: avere una grande quantità di informazioni, saperle analizzare ed essere veloci nell’elaborarle. Ecco, noi grazie al processore Kirin 970, tutto questo l’abbiamo messo in uno smartphone. Mate 10 Pro può elaborare migliaia di immagini al minuto, ed è anche in grado di ottimizzare la resa audio durante una conversazione in base ai rumori circostanti: se si è in un luogo silenzioso, basterà sussurrare per farsi sentire chiaramente dall’altro capo del telefono. E siamo stati i primi a riuscirci».

Non c’è il rischio che l’intelligenza artificiale, su cui stanno scommettendo tutte le grandi aziende, possa rivelarsi una “bolla”? «No - risponde convinto Furcas - e penso che lo smartphone sarà il collettore di tutti i dispositivi basati sull’intelligenza artificiale. Non possiamo metterci in tasca un robot, no?». Qualche dubbio Furcas ce l’ha solo se gli si nomina un argomento spinoso come la privacy, che con l’IA, che deve attingere da un bacino sempre più ampio di informazioni, conosce nuovi rischi: «Lo sviluppo di una tecnologia come l’IA apre nuovi scenari, alcuni sconosciuti. Il nostro compito è mettere in pratica le tecnologie attualmente disponibili e adattarle alle persone. Ad oggi l’IA presente sui nostri dispositivi non mette a repentaglio la privacy. Ma è chiaro che si tratta di evoluzioni da seguire attentamente».

andrea.andrei@ilmessaggero.it
Twitter: @andreaandrei_

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