Fallout 4, quel mondo che tutti aspettavano ma in cui nessuno vorrebbe vivere: la prova del videogame

Fallout 4: uno screenshot del gioco
di Andrea Andrei
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Sabato 21 Novembre 2015, 15:29 - Ultimo aggiornamento: 15 Febbraio, 06:47

Cosa sarebbe accaduto se la guerra fredda si fosse trasformata in un’apocalisse nucleare? È un tema da cui hanno preso spunto decine di videogiochi, con alterne fortune. Ma fra tutti, uno in particolare è stato in grado di suscitare l'interesse del pubblico: Fallout.



Il che spiega il motivo per cui l'uscita del nuovo episodio della saga fosse attesa come un importante evento nel mondo videoludico. Basti pensare che nel giorno dell’esordio, nei negozi di tutto il mondo sono state distribuite circa 12 milioni di unità, mentre le edizioni speciali sono andate esaurite in poche ore.



Fin dal lontano 1997, Fallout è diventato un classico dei videogame post-apocalittici. Questo perché gli sviluppatori si sono sempre concentrati molto su atmosfera e ambientazioni. E c’è da dire che Fallout 4, sviluppato da Bethesda e uscito il 10 novembre per PlayStation 4, Xbox One e Pc, da questo punto di vista non delude affatto.





L’uscita. È dal 2012 che molte voci si rincorrevano su questo titolo, il quinto della serie, sviluppato da Bethesda Softworks (la stessa casa del famoso The Elder Scrolls). Supportato da un’imponente campagna di marketing, l’annuncio tanto atteso è arrivato a fine ottobre, e precisamente il 25, giorno in cui nel videogame tutto ha inizio con un terribile bombardamento nucleare. Siamo nella Boston del 2077, anche se il mondo assomiglia molto a quello degli anni ’60 (del 1900), a parte il fatto che i robot sono perfettamente integrati nella vita quotidiana delle persone. Uno dei primi personaggi ad apparire, e al quale ci si affeziona già da subito, è infatti Codsworth, il robottino tuttofare della famiglia del protagonista. Ben lontano da essere soltanto un ammasso di metallo e circuiti, sarà proprio in lui che si ritroverà un bagliore di umanità dopo la catastrofe nucleare che distruggerà ogni cosa.



In Fallout 4, anche se i progressi dell’elettronica sono praticamente fermi a prima dell’invenzione dei transistor (mai avvenuta nella storia del videogame) l’uomo e la macchina si fondono, diventano complementari. Quello di Fallout è un mondo fatto di valvole, di computer rudimentali enormi, di un’infinità di metallo e di tanta, tanta ruggine. Insomma, una perfetta ambientazione steampunk. Il tutto condito da simbologie che riportano ai vecchi spot americani degli anni ’60, un po’ come nei primi videogiochi della serie Bioshock.



Ambientazione e atmosfera. Ciò che davvero rappresenta il punto di forza di questo gioco è il coinvolgimento emotivo che riesce a trasmettere. La storia, l’atmosfera e le ambientazioni, grazie a una grafica che sfrutta magistralmente i giochi di luce e a una colonna sonora struggente, riescono a trasportare il giocatore in un mondo desolato e inquietante, fatto di violenza e pericolo ma anche di malinconia per un passato ormai definitivamente perduto. Un passato di cui nel gioco si vede poco, quel tanto che basta per proiettarne di continuo l’ombra su qualsiasi cosa. È attraverso le rovine e la distruzione che siamo in grado di ricostruire con l’immaginazione la storia del protagonista e quella dei suoi simili. Ed è nello stesso modo che riusciamo a comprendere le ragioni che hanno portato il mondo alla fine. Il protagonista del gioco (il cui sesso, nome e aspetto sono personalizzabili) si ritrova così proiettato in un futuro allucinante, a vagare da solo o quasi fra città ostili, le stesse in cui aveva vissuto felicemente ma radicalmente trasformate, e a combattere esseri mutanti di ogni specie.



Per dar vita (anche se il termine suona paradossale) al Massachusetts di Fallout 4, gli sviluppatori hanno tratto ispirazione da modelli esistenti nel Massachusetts reale. Uno di questi è una fabbrica ormai in disuso, la Strathmore Paper Mill, presso Turner Falls a Fall River Waterworks, nella contea di Bristol.



I problemi. Ma la grafica rappresenta anche uno dei maggiori problemi di questo videogame. Se infatti, come abbiamo detto, rende molto bene l’ambientazione, per quel che riguarda le animazioni non si rivela invece altrettanto all’altezza. I personaggi spesso si muovono sullo schermo senza la fluidità che ci si aspetterebbe da un gioco di nuova generazione. Le interazioni con gli oggetti sono a tratti imbarazzanti. I combattimenti sono molto “tecnici” e in puro stile Rpg come da tradizione Fallout (è possibile rallentare il tempo e visionare i punti deboli del nemico per decidere in tutta tranquillità dove colpirlo), il che però finisce per smorzare parecchio il coinvolgimento negli scontri a fuoco. Ancora peggio per i combattimenti corpo a corpo. Sono infine abbastanza frequenti i bug e gli errori grafici, anche se questo è perdonabile vista la vastità e la complessità delle ambientazioni.



Un elemento che farà piacere agli appassionati di Rpg è la possibilità non solo di scegliere tra un vasto arsenale di armi, ma anche di poter costruire, raccogliendo materiali qua e là, praticamente qualsiasi cosa: da pistole e fucili fino a case e insediamenti.



Conclusioni. Insomma, Fallout 4 non per chi ama i videogame “precotti”, in cui al giocatore si chiede di interagire all’interno di schemi predefiniti per progredire nella storia. È un videogioco in cui bisogna mettere del proprio, in cui è necessario esplorare, inventare e sapersela cavare nelle situazioni più difficili contando solo su sé stessi, sulla propria capacità decisionale e su risorse molto limitate. Per questo è un gioco davvero immersivo: non è certo semplice, ma se si ha tempo e pazienza offre la possibilità di vestire realmente i panni del protagonista, e di farlo assomigliare a sé stessi molto più di quanto i videogame facciano di solito. Ci si ritroverà così veramente a vagare in quelle terre, e magari a porsi anche qualche domanda. Per poi provare il piacere di tornare al mondo d’oggi e avere una ragione in più per far sì che tutto quell’orrore non accada veramente.



andrea.andrei@ilmessaggero.it

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