Londra, l'arco di Palmira ricostruito in 3D sorgerà a Trafalgar Square

Londra, l'arco di Palmira ricostruito in 3D sorgerà a Trafalgar Square
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Lunedì 28 Dicembre 2015, 19:02 - Ultimo aggiornamento: 30 Dicembre, 12:48

La tecnologia entra in campo per combattere la furia iconoclasta dell'Isis. L'arco del tempio di Bel a Palmira, in Siria, scampato (per ora) alle distruzioni dei jihadisti, «sorgerà» a Trafalgar Square: una copia della struttura risalente a duemila anni fa verrà ricostruita con la più grande stampante 3D al mondo. Si tratta, come spiega il Times di Londra, di un progetto internazionale, che vede anche una partecipazione italiana, finanziato dall'Institute for Digital Archaeology (Ida), che riunisce archeologi e studiosi delle università di Oxford e Harvard. La struttura di 15 metri verrà realizzata in diverse componenti a Shanghai e «ultimata in Italia», si limita a prevedere il Times precisando però che sorgerà vicino alla colonna di Nelson nella celebre piazza londinese durante la World Heritage Week ad aprile. Come materiale è stato scelto un composto «leggero» formato da polvere di pietra per non rendere la copia troppo pesante.

Il tempio di Bel (o Baal) è stato distrutto dei miliziani dell'Isis ma uno dei suoi archi è rimasto in piedi ed è diventato il simbolo della resistenza alla devastazione culturale portata avanti dello Stato islamico. Ci sono anche piani per costruire ed esporre una copia della struttura a Times Square, nel cuore di New York. «Abbiamo scelto questo arco come omaggio all'ultima porzione ancora in piedi di quel sito antico. Non penso che sopravviverà a lungo - ha detto Roger Michel, a capo dell'Ida - Vogliamo dire a loro (i miliziani dell'Isis, ndr) che se distruggono qualcosa noi possiamo ricostruirlo». L'iniziativa viene sostenuta con grande entusiasmo dal sindaco di Londra, Boris Johnson, che ha proposto di mantenere la struttura in pianta fissa a Trafalgar Square e non solo per una settimana come previsto.

Gli studiosi dell'Ida sono stati anche soprannominati i nuovi "Monuments Men", perché ricordano gli ufficiali alleati che durante la Seconda Guerra mondiale salvarono monumenti e opere d'arte dalla furia del conflitto e dalle mire dei nazisti. Fra le iniziative che hanno lanciato, c'è la mappatura al computer dei monumenti e delle antichità in pericolo in Siria e Iraq. Per questo vengono utilizzate centinaia di fotocamere 3D a basso costo e sono stati "arruolati" collaboratori locali. L'obiettivo è fotografare il maggior numero possibile di siti e reperti per poterli poi ricostruire o rintracciare nel caso in cui venissero demoliti o messi in commercio dallo Stato islamico.

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