Dall’imposizione dei cookies pubblicitari al numero di tentativi concessi per inserire il PIN, l’indagine condotta dalla Commissione passa sotto la lente d’ingrandimento una serie di violazioni che, al momento, non sono state tradotte in sanzioni. Se la casa di Redmond, però, non dovesse adeguarsi alle esigenze richieste, rischia di incorrere anche in una multa pari a 150mila euro. “Microsoft Corporation - riferisce la Cnil - elabora i dati di utilizzo delle app Windows e del Windows Store, fornendo informazioni, tra le altre cose, su tutte le app scaricate e installate nel sistema da un utente e sul tempo trascorso su ciascuna di esse. Perciò la compagnia sta raccogliendo una quantità di dati eccessiva e non necessaria per il funzionamento del servizio”.
Sotto accusa, poi, la modalità di accesso al proprio account - mediante un PIN composto da 4 caratteri che consente un numero illimitato di tentativi - e la gestione dei cookies che non permettono all’utente di informarsi preventivamente o opporsi. Secondo lo studio della Cnil, inoltre, manca il consenso al trattamento di certi dati personali: “Un advertising ID è attivato per default quando Windows 10 è installato, ciò consente alle app Windows 10 e alle altre app di terze parti di monitorare la navigazione dell'utente e di offrire advertising mirata senza ottenere il consenso dell'utente”, dimostrano oltralpe. David Heiner, vicepresidente e vice consigliere generale di Microsoft, ha assicurato che entro un mese aggiornerà l’informativa sulla privacy cercando soluzioni “accettabili” che soddisfino le richieste dell’autorità francese.
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