Arrestato un pedofilo, il merito è di Google: segnalate foto sospette in Gmail

Un'immagine insolita del logo di Google
di Alessio Caprodossi
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Martedì 5 Agosto 2014, 16:21 - Ultimo aggiornamento: 7 Agosto, 16:18
Un pedofilo americano stato arrestato dalla polizia grazie a Google. Applausi alla tecnologia e a Big G, che da anni lavora per sviluppare meccanismi per combattere gli abusi sessuali sui minori e che scansionando la posta ha rintracciato immagini sospette favorendo il fermo dell'uomo. Ma come la mettiamo con la questione privacy?



Facciamo un salto indietro per capire una storia che apre scenari destinati a far discutere. Google ha il totale controllo su messaggi, immagini e qualsiasi altro file inviato tramite il servizio di posta Gmail, quindi non sorprende affatto che possa sbirciare nei vari account. Ha fatto vari accordi con autorità e forze di polizia e sta investendo parecchie risorse per stanare i criminali che sfruttano i servizi made in Mountain View.



L'episodio avvenuto a Houston rientra in pieno in tale scenario, con il 41enne John Henry Skillern colto in possesso di materiale pedo-pornografico e il conseguente allarme girato al National Center for Missing and Exploited Children. Da qui l'inoltro della segnalazione alla polizia, che ha aperto un'indagine servendosi dei server di Google per approfondire i movimenti virtuali dell'uomo (noto alle autorità per crimini sessuali commessi venti anni fa) per poi scoprire la presenza di altro materiale esplicito su smartphone e tablet. A quel punto è scattata la carcerazione, con una cauzione fissata dal giudice a 200mila dollari.



Un successo di sistema, quindi, che però nasconde un lato oscuro. Tutto passa dalla modifica attuata lo scorso aprile da Google, che ha cambiato i termini del servizio Gmail avvertendo gli utenti che ogni messaggio potrebbe essere tracciato. Senza rilasciare nessun dettaglio sulle modalità e su quale sia il meccanismo col quale Big si intrufola nella sfera privata delle persone. E sui possibili equivoci: se un amico ci invia un'immagine che immortala il nostro o il suo bambino, magari al mare o durante una festa insieme ad altri pargoli saremo catalogati come persone pericolose? Il rischio c'è ma per Google è più importante garantire sicurezza (reale e virtuale perché l'analisi delle email difende dall'attacco di malware) e sfruttare la mole di dati a fini commerciali per veicolare pubblicità su misura per ogni iscritto.



Detto che le proteste hanno vita breve poiché nel momento in cui si accettano i termini del servizio l'utente autorizza di fatto l'analisi dei contenuti in posta, va specificato che per gli abusi sessuali sui minori Big G non attiva indagini ma si limita a segnalare il pericolo a chi dovrà poi occuparsi del caso.