Facciamo un salto indietro per capire una storia che apre scenari destinati a far discutere. Google ha il totale controllo su messaggi, immagini e qualsiasi altro file inviato tramite il servizio di posta Gmail, quindi non sorprende affatto che possa sbirciare nei vari account. Ha fatto vari accordi con autorità e forze di polizia e sta investendo parecchie risorse per stanare i criminali che sfruttano i servizi made in Mountain View.
L'episodio avvenuto a Houston rientra in pieno in tale scenario, con il 41enne John Henry Skillern colto in possesso di materiale pedo-pornografico e il conseguente allarme girato al National Center for Missing and Exploited Children. Da qui l'inoltro della segnalazione alla polizia, che ha aperto un'indagine servendosi dei server di Google per approfondire i movimenti virtuali dell'uomo (noto alle autorità per crimini sessuali commessi venti anni fa) per poi scoprire la presenza di altro materiale esplicito su smartphone e tablet. A quel punto è scattata la carcerazione, con una cauzione fissata dal giudice a 200mila dollari.
Un successo di sistema, quindi, che però nasconde un lato oscuro. Tutto passa dalla modifica attuata lo scorso aprile da Google, che ha cambiato i termini del servizio Gmail avvertendo gli utenti che ogni messaggio potrebbe essere tracciato. Senza rilasciare nessun dettaglio sulle modalità e su quale sia il meccanismo col quale Big si intrufola nella sfera privata delle persone. E sui possibili equivoci: se un amico ci invia un'immagine che immortala il nostro o il suo bambino, magari al mare o durante una festa insieme ad altri pargoli saremo catalogati come persone pericolose? Il rischio c'è ma per Google è più importante garantire sicurezza (reale e virtuale perché l'analisi delle email difende dall'attacco di malware) e sfruttare la mole di dati a fini commerciali per veicolare pubblicità su misura per ogni iscritto.
Detto che le proteste hanno vita breve poiché nel momento in cui si accettano i termini del servizio l'utente autorizza di fatto l'analisi dei contenuti in posta, va specificato che per gli abusi sessuali sui minori Big G non attiva indagini ma si limita a segnalare il pericolo a chi dovrà poi occuparsi del caso.