Apple: «Crediamo nella privacy, il caso con l'Fbi non andava aperto»

Apple: «Crediamo nella privacy, il caso con l'Fbi non andava aperto»
1 Minuto di Lettura
Martedì 29 Marzo 2016, 11:39
«Fin dall'inizio abbiamo contestato la richiesta dell'Fbi di costruire una backdoor nell'iPhone credendo fosse sbagliato e un pericoloso precedente. Questo caso non avrebbe mai dovuto essere aperto. Crediamo profondamente che le persone negli Usa e in tutto il mondo abbiano il diritto alla protezione di dati, sicurezza e privacy. Sacrificare un principio in nome di un altro pone le persone e i paesi in una posizione di maggiore rischio»: così Apple dopo che l'Fbi ha trovato il modo per sbloccare l'iPhone di San Bernardino.

«Questo caso - aggiunge Apple - ha sollevato tematiche che meritano un dibattito nazionale sulle nostre libertà civili, la nostra sicurezza collettiva e la privacy. Apple resta impegnata a partecipare a questa discussione. Noi continueremo ad aiutare le forze dell'ordine con le loro indagini, come abbiamo sempre fatto, e continueremo ad aumentare la sicurezza dei nostri prodotti mentre le minacce e gli attacchi contro i nostri dati diventano più frequenti e più sofisticati».
© RIPRODUZIONE RISERVATA