Samara Challenge, la leggenda alle origini del gioco

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Samara Challenge è l'ultima sfida che viene dai social e che sta facendo impazzire l'Italia. Il gioco funziona così. Ci si traveste come Samara, la bambina demoniaca protagonista dell'horror cult The Ring, lenzuolo bianco e lunghi capelli neri sul volto, e si gira per strada spaventando i passanti. Ovviamente, riprendendo le reazioni dei malcapitati. A Roma nei primi giorni di settembre 2019 è stato un vero boom.

Le segnalazioni sono state moltissime: Samara è stata avvistata a Centocelle, San Basilio, Casal Monastero, Quarto Miglio Appio e al Pigneto. Una Samara, quella di Centocelle, è anche stata smascherata e la sua vera identità è visibile a tutti sul profilo Instagram Welcome to Favelas: è un romano, già noto ai frequentatori dei social, per aver più volte condiviso video bufale sui temi più caldi del momento. 

Ma non è il solo, e l'attenzione resta alta, tanto che anche la polizia si sta mobilitando per le troppe segnalazioni ricevute. Anche perché non sempre le cose sono andate come previsto. Nel Comune di Barcellona, in provincia di Messina, un anziano in strada al momento sbagliato è stato vittima di un malore per colpa della sfida in salsa horror. In Campania una ragazzina è stata picchiata da un uomo che non aveva capito si trattasse solo di uno scherzo. A Torre del Greco, Napoli, una Samara ha terrorizzato tutti aggirandosi per le strade con in mano anche un coltello. Poco distante, a Scampia, un'altra è stata presa di mira con il lancio di vari oggetti. E anche a Roma, a San Basilio, a Samara è andata male. Sperava di far correre in preda al panico i passanti, invece è stata lei a essere messa in fuga dagli abitanti del quartiere. A suon di pedate.

Ma qual è la veria storia di Samara? La protagonista di The Ring, remake statunitense del giapponese Ring, a sua volta adattato dal romanzo Ringu di Kōji Suzuki, sarebbe, come riporta il The Sun, la personificazione di Okiku, giovane serva del samurai Tessan Aoyama che, non riuscendo a conquistarla, decise di punirla. Siccome tra i compiti della giovane malcapitata vi era quello di prendersi cura di preziose stoviglie d'oro, il samurai ne nascose uno, per far ricadere la colpa su di lei. Poi, la appese a testa in giù in un pozzo, affogandola e picchiandola per ore, prima di tagliare la corda che la teneva fuori dall'acqua, facendola così scomparire nelle scure acque. Secondo la leggenda, ogni notte il fantasma di Okiku risaliva dal fondo del pozzo per ricontare tutti i piatti d'oro che avrebbe dovuto controllare, lanciando urla strazianti ogni volta che si accorgeva che erano solo nove.
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