Rousseau, la piattaforma online del Movimento 5 Stelle

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Rousseau è la piattaforma M5S attraverso cui gli iscritti al Movimento partecipano alle scelte più importanti della politica pentastellata esprimendo la propria preferenza tramite votazione online.

Questa altro non è che un sito Internet ad accesso riservato agli iscritti al Movimento, che devono identificarsi tramite proprie credenziali e dimostrare di essere regolarmente iscritti da almeno sei mesi prima della data della votazione. Per essere iscritti al Movimento e dunque poter votare su Rousseau è necessario essere cittadini italiani e maggiorenni, non essere iscritti ad altri partiti od organismi politici con obbiettivi antitetici rispetto a quelli del Movimento, fornire il proprio documento d'identità, autorizzare al trattamento di dati sensibili e aderire allo Statuto e al Codice Etico del Movimento.

Nello Statuto ufficiale del M5S, si legge che la piattaforma è il luogo in cui «devono obbligatoriamente svolgersi quasi tutte le più importanti decisioni» del partito. Oltre a questo, si possono esporre i propri pareri, proporre nuove leggi (europee, nazionali e regionali) e nuove modifiche ai testi di legge già in corso di elaborazione, partecipare ad attività di e-learning con lezioni sul funzionamento delle istituzioni in cui sono inseriti gli eletti M5S. È possibile poi consultare un archivio di proposte comunali e regionali, ottenere informazioni sui gruppi dislocati sul territorio e materiale di supporto per l’attivismo.

La piattaforma è stata lanciata ufficialmente ad aprile 2016, il giorno della morte di Gianroberto Casaleggio, cofondatore insieme a Beppe Grillo del Movimento 5 Stelle, nonché ideatore del sistema operativo di democrazia diretta insieme al figlio Davide. La piattaforma è di proprietà dell'Associazione Rousseau, società privata senza scopo di lucro fondata sempre da Davide Casaleggio e dal padre, adesso gestita e controllata insieme a Enrica Sabatini, Pietro Dettori e Massimo Bugani. 

Rousseau, utilizzata circa una settantina di volte dal giorno in cui è stata aperta, è stata spesso criticata per presunte falle strutturali del sistema che non garantirebbero un livello di privacy adeguato alla normativa vigente. Le accuse principali al movimento sono quelle di non aver mai reso noto il numero ufficiale degli iscritti al sistema operativo web (il leader Luigi Di Maio ha più volte parlato di oltre 100mila iscritti), non garantire l'anonimato dei votanti e non essere adeguata a proteggersi da attacchi degli hacker. Per questo il Garante della Privacy lo scorso marzo 2019 ha chiesto alla società di Casaleggio di pagare un'ammenda di 50.000 euro per mancata «protezione delle schede elettroniche e l'anonimato dei votanti in tutte le fasi del procedimento elettorale elettronico». Non esisterebbe poi alcuna società terza adibita alla verifica e al computo dei voti, mansione svolta da un notaio, e spesso si verificherebbero falle nel sistema ogni volta in cui è in corso un voto con particolare affluenza online.

Sia i politici sia gli iscritti al Movimento devono versare un contributo alla piattaforma: 300 euro mensilmente e altri 300 a ogni operazione di voto. Il bilancio relativo all'esercizio dell'anno 2018 è stato chiuso con oltre 57mila euro di avanzo di gestione.
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