Stefano D'Orazio, morto il batterista dei Pooh

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Stefano D'Orazio, il batterista gentiluomo dei Pooh è morto all'età di 72 anni. Era positivo al Covid. Stefano D'Orazio aveva compiuto 72 anni lo scorso 12 settembre e da quasi tutta la vita era il motore, uno dei motori, dei Pooh: batterista, autore di tanti brani, flautista, paroliere, cantante, romano doc, è una delle ultime vittime del Covid. Se n'è andato ieri, a Roma, dopo un ricovero di una settimana (ma i suoi compagni del gruppo non ne avevano parlato «per rispetto»), perché il suo cuore ha ceduto per complicazioni renali e altre ragioni cliniche.

 

La famiglia, i progetti

 

Stefano non aveva figli, ma si era sposato tre anni fa, nel giorno del suo compleanno, con Tiziana Giardoni, che era sua compagna da una decina d'anni. Le aveva chiesto la mano dopo un'esibizione dei Pooh all'Arena di Verona nel 2017, sul palco dei Wind Music Awards, condotti da Carlo Conti e Vanessa Incontrada. Aveva avuto lunghe storie con Lena Biolcati e con Emanuela Folliero (sconvolta, stanotte ha preferito non parlare), ma aveva passato la maggior parte della vita con la sua vera partner, la musica. Tutto era cominciato da ragazzo con il gruppo The Kings, che suonava nei locali della periferia romana i brani degli Shadows. Poi musiche per Carmelo Bene e Cosimo Cinieri, gruppi in cantine con i reduci dal Piper, comparsate a Cinecittà, finché nel 1971 entrò nei Pooh quando uscì Valerio Negrini. E con Roby Facchinetti, Dodi Battaglia, Red Canzian e Riccardo Fogli è rimasto per anni e anni. Per i Pooh è stato batterista, voce e paroliere. Ha interpretato e scritto - tra le altre - Tropico del Nord, La mia donna, Il giorno prima, Se c'è un posto nel mio cuore (che diventò la sigla del Processo del lunedì).

A sorpresa, nel 2009 - dopo 38 anni con il gruppo - decise di lasciare la band per dedicarsi ad altri progetti come solista, a partire dai musical: da Aladin del 2010 a Cercasi Cenerentola del 2014, passando per Mamma Mia (scrisse i testi della versione italiana dello spettacolo), Pinocchio, W Zorro e Cercasi Cenerentola. Nel 2015, dunque, il ritorno nei Pooh per la serie di concerti dell'ultima tournée del gruppo, conclusasi il 30 dicembre 2016 a Casalecchio di Reno (Bologna). D'Orazio era legato da un forte affetto a tutti i suoi compagni di viaggio.

 

Un musical

 

Con Facchinetti stava lavorando a un nuovo musical, Parsifal. E i due avevano unito le forze anche per una canzone, Rinascerò rinascerai, pubblicata ad aprile, in pieno lockdown, a scopo benefico: raccogliere fondi da destinare all'ospedale Papa XXIII di Bergamo, la città di Facchinetti, per aiutare la struttura a fronteggiare l'emergenza Covid-19. Nel suo sito c'è quasi una previsione di quello che gli è successo: Stefano l'aveva scritto ricordando Manuel Frattini, protagonista del suo musical Aladdin scomparso a ottobre: «È arrivato un virus che ha fatto strage in tutto il pianeta come nei film di fantascienza e ha cambiato il modo di vivere. I teatri sono stati i primi ad essere penalizzati e saranno forse gli ultimi ad essere riaperti. Avrai visto che tutti i tuoi colleghi stanno a casa in attesa di tempi migliori. Oggi, quindi, o sali sul palco e lavori, o niente». Tanti i tributi per ricordarlo: da Daniele Battaglia, figlio di Dodi («Sono distrutto dalla notizia») a Red Ronnie. Enrico Ruggeri scrive: «Una persona per bene, sempre sorridente, piena di energia positiva. Un gentiluomo. Una preghiera per lui e un abbraccio ai suoi fratelli di sempre».

 

I Pooh: «Stefano ci ha lasciato»

 

Abbiamo perso un fratello, un compagno di vita, il testimone di tanti momenti importanti, ma soprattutto, tutti noi, abbiamo perso una persona per bene, onesta prima di tutto con se stessa.
Ciao Stefano, nostro amico per sempre...

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