NOME, NICOLA
L’entusiasmo di cognome fa Pietrangeli: è nel vecchio centrale ormai intitolato a Nicola che tante emozioni ha vissuto e fatto vivere lì ai renitenti all’anagrafe, che Camila infiamma: le gradinate sono piene sotto le statue nude che mettono timidezza alla Lisicki, tennista che scherzosamente s’impressionò al giocare tra i nudisti, e c’è molta gente in terza e quarta fila nella spianata sopra la fossa, che non vede molto ma segue l’andamento del match dagli applausi di chi vede. Il Pietrangeli porta bene: l’anno scorso Andreas Seppi ci costruì la sua gloria, altro che il centrale magari funzionale ma anonimo, che potrebbe stare dovunque, mentre il Pietrangeli sta bene solo lì, al Foro.
DOMICILIO, FORO ITALICO
L’entusiasmo ha domicilio al Foro Italico: è li che già dal martedì del torneo, cioè da ieri, ma anche da ieri l’altro, gli spettatori e quelli che fanno la vasca sul Viale dei Gladiatori, arrivano a migliaia. Pure con la pioggia, e perfino inattesi, tanto che sotto l’acqua, in cerca di provvisorio riparo, scombussolati di fila, scombussolano anche la biglietteria e ne nasce qualche turbolenza. Poi viene fuori il sole e tutto appare bello com’è, a cominciare dalla Casa della Scherma, con il suo grande prato liberato dai residuati bellici di quando finì per essere l’Aula Bunker dei processi ai brigatisti e riportato, con l’edificio opera d’arte, alla vista del passante insieme con un mosaico che era rimasto nascosto dalle recinzioni antiassalto e che vale la pena di vedere, giacché non è una pena.
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