Roland Garros, Cecchinato contro Thiem: in campo per la storia

Roland Garros, Cecchinato contro Thiem: in campo per la storia
di Angelo Mancuso
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Venerdì 8 Giugno 2018, 11:38 - Ultimo aggiornamento: 15:26
PARIGI McEnroe ha twittato: «Cecchinato come Pablito Rossi». I francesi lo paragonano a Guga Kuerten. La favola di Marco Cecchinato al Roland Garros ricorda quella del campione brasiliano. Correva il 1997 e nascosto in un angolo del tabellone, c'era il semisconosciuto Kuerten, n.66 Atp, appena 6 posizioni più su della classifica di Cecchinato. Alloggiava in un modestissimo alberghetto a due stelle a Boulogne Billancourt, due passi a piedi dall'impianto. C'è tuttora, si chiama Hotel Olympic e non è cambiato granché: un po' fanè si dice da queste parti. Il brasiliano conquistò lo Slam parigino mettendo in fila Muster, Medvedev, Kafelnikov e Bruguera. E' da urlo anche il torneo del 25enne palermitano, giocatore non bimane come Kuerten, che ha riportato l'Italia in una semifinale maschile di Slam 40 anni dopo Barazzutti. Le vittime del Ceck si chiamano Carreno Busta, Goffin e Djokovic.
PARLA GUGA
«Cecchinato si sente un giocatore nuovo - dice - sta mostrando il miglior tennis della sua carriera. Il suo rovescio lungo linea, con una mano sola, è molto raro di questi tempi. La sua corsa è simile a quella che feci io. Il vantaggio è giocare senza aver niente da perdere, lo svantaggio è l'esperienza e la conoscenza di essere già stato agli ultimi turni di uno Slam, che è un rischio. Ma è entusiasta, non è appagato. Lo si è visto nell'ultima partita con Djokovic, vuole andare avanti. Ora ogni turno sarà un'ulteriore sfida, un campione dietro l'altro. Io ho avuto la fortuna di non avere Nadal sulla mia strada». Il treno dei ricordi va: «Cecchinato non ha mai giocato sul Centrale, giusto? In semifinale è una nuova esperienza e non hai certezze. Se non parti forte e non trovi in fretta le tue sicurezze, spesso diventa troppo tardi. Questo è la difficoltà maggiore per vincere il Roland Garros da outsider».
CORSI E RICORSI
Dopo 16 anni, a Parigi tornano in semifinale due tennisti con il rovescio a una mano, colpo finito in soffitta in un circuito di bimani incalliti, fatto salvo il Divin Federer. Nel 2002 furono gli spagnoli Costa e Corretja, oggi tocca a Cecchinato e Thiem. «Marco è migliorato tantissimo da quando ha cambiato l'impugnatura della racchetta - spiega Simone Vagnozzi, coach del siciliano - usa meno lo slice ed è più imprevedibile e profondo». Lo sa bene Djokovic, sorpreso dall'azzurro. «Ti dà molta più varietà e soluzioni e ti permette di essere più aggressivo», sottolinea Thiem, che racconta la storia del suo rovescio, tra i più ammirati del circuito. «A 11 anni avevo un'impugnatura sbagliata, mio padre e Günter Bresnik, il mio allenatore, mi dissero che avrei avuto dei problemi e che sarebbe stato meglio cambiare presa e rinunciare alle due mani». L'austriaco può vantarsi di un fatto più unico che raro: ha battuto i due fenomeni del tennis sul loro terreno eletto, Rafa sulla terra e King Roger sull'erba. 
IL PRONOSTICO
Ovviamente l'austriaco, n.8 del mondo, è favorito sul siciliano n.72. L'ultimo outsider a vincere una semifinale a Parigi contro un avversario molto meglio classificato è stato l'argentino Puerta nel 2005: era n.37 e superò il russo Davydenko n.12, per poi cedere in finale a Nadal. La differenza di ranking oggi è ancora superiore, ma con il nuovo Ceck perché non sognare? Nell'altra semifinale saranno di fronte Nadal (4-6 6-3 6-2 6-2 a Schwartzman) e Del Potro (7-6 5-7 6-3 7-5 a Cilic).
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