Lazio: Rocchi riparte dal Padova
«Io, capitano emarginato»

Lazio: Rocchi riparte dal Padova «Io, capitano emarginato»
di Gabriele De Bari
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Lunedì 18 Novembre 2013, 10:17 - Ultimo aggiornamento: 10:52
Dopo 11 anni e 102 gol in serie A, Tommaso Rocchi riparte dalla B. Voglia di rimettersi in gioco, di sentirsi ancora protagonista, di regalare e regalarsi nuove emozioni. «Ho ricevuto anche proposte da società di A e dall'estero, però non collimavano con le mie aspettative. Così ho scelto il Padova, che mi ha cercato più di tutti, facendomi sentire un calciatore importante. Fisicamente sono a posto, ho l'entusiasmo e la determinazione per continuare a giocare. Dalla C2 in poi ho giocato in tutte le categorie, ricominciare dalla B non sarà un problema. L'obiettivo è quello di smettere nel 2015».

Per quale motivo è andato via dalla Lazio?

«Perché non avvertivo più né la stima, né la fiducia».

Da parte del tecnico o della società?

«Da parte di tutte le componenti».

Con Petkovic non ha mai avuto un feeling particolare.

«Purtroppo no. Mi diceva che non rientravo nei suoi piani tattici, nel modulo a una sola punta. Ho sperato che la situazione cambiasse, che potessi guadagnarmi spazio negli allenamenti. Ma non ci sono riuscito, non sono stato considerato».

Avrebbe potuto andare via in estate, perché ha aspettato?

«Nove anni di Lazio mi hanno segnato la carriera e la vita, in biancoceleste ho vissuto i momenti più belli. Ero il capitano, mi sentivo un personaggio importante, staccarmi comportava un enorme dispiacere. Ho voluto aspettare ma quando ho capito che non credevano più in me, ho detto basta. Certo, dopo tanti anni, non è bello finire così un rapporto, però nel calcio succede. E ne ho preso atto».

Qual è la partita alla quale lega il ricordo più intenso?

«Per risultati ne scelgo due: quella nella quale realizzai tre reti alla Juventus, con la maglia dell'Empoli, e la Supercoppa vinta a Pechino».

E per emozioni forti?

«Il famoso derby del 6 gennaio, il centesimo gol con la Lazio, segnato a Cagliari, il centesimo gol in serie A, firmato con la casacca dell'Inter».

Cento reti rappresentano il traguardo che consacra un attaccante nel ristretto club dei grandi: ha qualche rimpianto?

«Della mia carriera sono soddisfatto perché, partendo dalla serie C2, sono arrivato fino alla Nazionale. L'unico rimpianto è proprio l'ultima stagione vissuta, quasi da emarginato, nella Lazio».

È stato il primo grande acquisto della gestione Lotito, come si è lasciato con il presidente?

«Il nostro è stato comunque un rapporto lungo e importante, salvo il finale. Però potrebbe anche riaprirsi».

In che modo?

«Quando ho lasciato la Lazio abbiamo parlato della possibilità di un mio possibile ruolo in società, ancora da definire. Ci siamo dati appuntamento a fine carriera».

Cosa le piacerebbe fare quando smetterà?

«Di certo vorrei rimanere nel calcio: osservatore, dirigente, allenatore delle giovanili, commentatore televisivo. Deciderò quando sarà il momento».

Con quali compagni ha maggiormente legato?

«Prima con Paolo Di Canio, quindi con Ledesma, Cribari, Scaloni, Del Nero, Candreva».

Sorpreso dalla falsa partenza della Lazio in campionato?

«Un po' sì. Forse è colpa del successo in Coppa Italia, che ha fatto lievitare le aspettative. La società ha pensato che la squadra fosse comunque sempre competitiva, mentre le avversarie si stavano rinforzando con acquisti mirati».

Una Lazio che non riesce proprio a decollare.

«Il problema, però, non è di oggi perché la situazione si trascina avanti da mesi, dal girone di ritorno. Tutti si attendevano una partenza super, come quella dello scorso campionato. Invece, a partire a mille, è stata la Roma e questo ha rappresentato un ulteriore motivo di disturbo in casa biancoceleste».

I suoi ex compagni riusciranno a tornare in alto?

«Qualcuno, con un eccesso di ottimismo, aveva parlato di ambizioni da Champions. Al massimo la Lazio potrà rientrare nell'orbita dell'Europa League. Sono convinto che si riprenderà, però dovrà cambiare qualcosa in quanto non bastano solo gli infortuni a spiegare le delusioni di questo primo scorcio di stagione. Il mio cuore resterà sempre biancoceleste, auguro ai tifosi tanti successi e un giorno spero riabbracciarli a Formello».
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