Rio 2016, Squalo Phelps e PokeBolt, una staffetta tra fenomeni

Michael Phelps
di Piero mei
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Martedì 9 Agosto 2016, 09:00 - Ultimo aggiornamento: 09:44

La staffetta dei Supereroi, più rari del più raro dei Pokemon, anch’essi evoluzione estrema in chiave sportiva del maschio umano atleta, è cominciata. Papà Phelps ha già aggiunto il diciannovesimo oro alla sua collezione olimpica già unica a quota 18 prima di tuffarsi a Rio, come ha fatto l’altra notte nella staffetta veloce stile libero vincendo la Francia imbattuta da Pechino; Michael, ora trentunenne, iniziò da bambino a Sydney 2000, fine o inizio del terzo millennio: era Baltimora Kid, il ragazzo di Baltimora. S’è fatto uomo, passando attraverso l’acqua di tutte le piscine, qualche spinello che gli costò una squalifica, qualche bevuta che gli costò un ritiro di patente e un po’ di riabilitazione, e un cuccioletto di nome Boomer avuto da una miss California che nel frattempo è divenuta sua compagna.

FUORICLASSE DIVERSI
La prima settimana dei Giochi è sua: lo fu Atene 2004 con 6 ori, lo fu Pechino 2008 con gli 8 ori, dimezzati a Londra 2012. Ora non sa quanti volerne (o poterne) prendere: tre individuali e due o tre di staffetta, uno già preso e con una frazione strepitosa.
 
Pokebolt, invece, ha il numero perfetto: 3. Quando Phelps smetterà la sua Rio (e forse anche la sua carriera di mostro marino: ma già una volta ci ha ripensato, lezione per Federica nostra), Usa incomincerà la propria. Bolt vuol dire fulmine, e lo è; è nato a Sherwood, non quella di Nottingham e Robin Hood ma in Giamaica, comunque sempre freccia è. E’ un reggae boy: ha vinto due volte tre ori, 100, 200 e staffetta veloce e vuol essere il primo e solo a farlo per le terza (è il solo anche per la seconda). Ha due anni meno di Michael, ed ha cominciato un’Olimpiade dopo. Ad Atene Michael era già Phelps, Usain uno dei tanti velocisti giamaicani che si fanno i muscoli correndo sull’erba.

LA TERZA DALL’ACQUA
Tra i due fenomeni, a Rio e nel mondo, c’è una ragazza fenomenale: lei è del ’97, si chiama Katie Ledecky. Non è bellissima e non incede quando cammina, come fanno gli Angeli di Victoria’s Secret, ma quando è in acqua non ha uguali né rivali nello stile libero. Colleziona medaglie e record, ed ha appena aggiunto un oro olimpico e un primato mondiale nei 400 stile, la gara che dava l’ansia e tante gioie alla Pellegrini. Non ha rivali? Forse no, ma un sogno di una notte d’estate c’è: s’è qualificata con il miglior tempo nei 200 stile ieri, ieri notte la semifinale. E Federica è lì anche lei...
 

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