Rio 2016, lo sport azzurro sorride e riparte da volley, nuoto e tuffi

Rio 2016, lo sport azzurro sorride e riparte da volley, nuoto e tuffi
di Emiliano Bernardini
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Martedì 23 Agosto 2016, 11:31
IL FOCUS
dal nostro inviato
RIO DE JANEIRO Popolo di Santi, poeti, Zaytsev, Lupo e Paltrinieri. L'Italia torna a casa più forte di quando era partita: le 25 medaglie pronosticate sono diventate 28. Le stesse di quattro anni fa da Londra ma con un numero maggiore di argenti a scapito dei bronzi. Difeso il nono posto nel medagliere. Ma il vero bottino di queste Olimpiadi sono i personaggi. Fondamentali per trascinare le Federazioni. Basta digitare Zaytsev per rendersi conto di cosa stiamo parlano. Stessi risultati scrivendo Lupo-Nicolai. Anche tutto attaccato. Un boom incredibile. Italvolley e beach hanno spopolato in questa edizione dei Giochi. Merito sicuramente dei due argenti conquistati, ma soprattutto delle schiacciate del russo di Spoleto o dei tuffi nella sabbia del maestro. Il primo a riconoscerlo è proprio il numero uno del Coni Giovanni Malagò: «Li ringraziamo perché ci hanno fatto emozionare. Hanno perso a testa alta. Sono stati grandi ad avere la forza e la capacità di giocare le due finali sia indoor che nel beach contro il Brasile». Ecco che fanno ben figurare gli sport di squadra che hanno conquistato tre medaglie (il 75% rispetto alle formazioni portate), il secondo risultato dopo Atene 2004. Sono mancate le ragazze, ma sono giovani e si faranno. «Sono orgoglioso di rappresentare un movimento che nelle ultime sei olimpiadi è andato cinque volte sul podio con la pallavolo maschile, cosa rara negli sport di squadra. Abbiamo vinto anche una bellissima medaglia d'argento nel beach volley. Il movimento della Pallavolo esce dai Giochi di Rio 2016, gratificato per i risultati e con una immagine ancora una volta vincente» dice il presidente della Fipav, Carlo Magri.
ACQUE RICCHE
Nella lista delle medaglie più emozionanti non si possono dimenticare l'oro nei 1500 stile del fenomeno Gregorio Paltrinieri e i bronzi del suo gemello Gabriele Detti. Due ventenni vincenti. E non è un caso che gran parte dei successi siano arrivati dall'acqua: 8 medaglie. Un record, meglio di Sydney 2000 quando gli azzurri vinsero tre ori, un argento e due bronzi e di Monaco 1972 un oro, due argenti e tre bronzi. Ma non solo perché per la prima volta in assoluto l'Italia acquatica porta sul podio quattro discipline differenti: pallanuoto maschile e femminile, tuffi, nuoto e nuoto in acque libere. Manca il nuoto sincronizzato, ancora non al livello di competere per una medaglia ma in continuo miglioramento. «Si chiude un quadriennio ricco di successi. Un bilancio sportivo in continua crescita, sostenuto dall'aumento dei praticanti, da investimenti tecnici ed economici nei centri federali, dalla promozione della cultura dell'acqua alla diffusione capillare delle scuole nuoto federali» spiega il numero uno della Fin e dimissionario Paolo Barelli. E pensare l'Italia ha fatto l'exploit senza la sua regina: Federica Pellegrini. Forse la delusione più grande. Di un altro pianeta Katie Ledecky e Sarah Sjostrom. Ritiro? Il dubbio resta. Saluta invece Tania Cagnotto: senza di lei il movimento perde tantissimo. Le 28 medaglie all'Italia costeranno 5.4 milioni di euro lordi. Ora però è già il momento di programmare di nuovo. Tokyo 2020 è più vicina.