Camboni, il californiano del Tirreno in lotta per l'oro

Camboni, il californiano del Tirreno in lotta per l'oro
di Mario Nicoliello
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Martedì 27 Luglio 2021, 07:30

TOKYO Per un surfista che lascia, c’è un velista che prosegue da leader. Strana e opposta l’Olimpiade dei romani: Leonardo Fioravanti saluta il circo a cinque cerchi della tavola, mentre Mattia Camboni da Civitavecchia si esalta e guida la truppa a metà del cammino della classe RS.
GRAZIE NONNO
Lo chiamano il Robby Naish de noantri («Californiano, il windsurfer più famoso del mondo, il mio mito», racconta), 260 giorni all’anno via da casa per inseguire il vento, Mattia Camboni è il ragazzo italiano che ha deciso di vivere sulla cresta dell’onda. La sua storia comincia nel 2002, quando Mattia ha 6 anni e nonno Giulio Cesare, allora presidente della locale sezione della Leganavale e pioniere del windsurf sul litorale laziale, lo issa sulla prima tavola. Mattia è molto legato alla sua famiglia. A marzo, quando ha vinto l’argento all’Europeo, ha dedicato il successo alla zia Francesca, la zia Chicca, venuta a mancare qualche mese prima. Dopo sei regate, nella baia di Enoshima, Camboni è al comando nel windsurf grazie all’ottavo posto nella prima prova di ieri, con vento medio-forte sui 15 nodi, e ai due terzi posti nelle sfide successive (poi tramutati dalla giuria in un terzo e un secondo piazzamento), con brezza moderata tra gli 8 e i 10 nodi.

Dopo sei prove quindi Camboni guida il gruppo, davanti allo svizzero Mateo Sanz Lanz e allo stesso Badloe. Oggi riposo, domani di nuovo in acqua, sperando che la tempesta tropicale Nepartak non faccia danni. «Devo rimanere concentrato anche se sono al comando, perché la strada verso la medal race è ancora lunga. Mi sto trovando comunque bene con queste condizioni di vento e di mare», ha chiosato Camboni. Nulla da fare invece per Leonardo Fioravanti. L’azzurro di Marina di Cerveteri è stato eliminato negli ottavi di finale dal peruviano Lucca Mesinas, che ha prevalso per poco più di due punti nello scontro diretto: 10.77 per il sudamericano, 8.86 per il romano. Peccato, perché pur avendo strappato il pass in extremis Leo era uno dei nomi più in vista per la prima competizione olimpica del surf. 

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