Ducati si ricomincia: Bagnaia e Miller per conquistare il titolo 2021

Ducati si ricomincia: Bagnaia e Miller per conquistare il titolo 2021
di Flavio Atzori
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Martedì 9 Febbraio 2021, 22:02

Ducati anno zero. A Borgo Panigale, la Rossa nazionale presenta la propria Desmosedici con il vestito per la stagione che verrà, tra la tradizione di una livrea completamente rossa, con concessioni nere date al nuovo sponsor, e la novità di una linea giovane che cerca il colpo grosso. Fuori Dovizioso e Petrucci, dentro Pecco Bagnaia e Jack Miller, entrambi provenienti dalla filiera Pramac, oramai un vero e proprio junior team.

Jack e Pecco hanno un grande potenziale e credo che insieme potremo lottare non solo per difendere il titolo costruttori conquistato nel 2020, ma anche per il titolo piloti. Il regolamento di quest’anno non ci ha permesso di modificare alcune componenti della moto, ma abbiamo comunque potuto lavorare su altri aspetti durante l’inverno per cercare di arrivare pronti all’inizio della nuova stagione con una moto ancora più competitiva" ha riferito Gigi Dall'Igna, direttore generale Ducati Corse.

Serviva un segnale di rottura evidentemente, sopratutto dopo le fratture consumate durante quel 2020 che ha riportato invero un titolo a Bologna - il campionato costruttori - ma che ha decretato de facto la fine del cammino di Andrea Dovizioso senza quell'agognato titolo mondiale piloti, più volte accarezzato con tre secondi posti mondiali, e sfuggito proprio nell'anno in cui il grande assente coincideva con il grande contendente, quel Marc Marquez che continua il suo cammino di recupero. 


Un italiano ed un australiano dunque, come ai tempi di Stoner e Capirossi verrebbe da pensare. Ed anche allora, in quell'oramai lontano 2007, Casey era una scommessa, perfino più di questi due ragazzi allevati nella propria cantera. 

JACK PUNTA AL TITOLO

Jack Miller, di anni 26, è il classico Australiano scavezzacollo. Un Jackass, come si leggeva sulla propria tuta; uno a cui poco importa il resto: serve vincere e fare spettacolo, perchè è questa l'indole di chi ama visceralmente le moto. E' caduto, anche metaforicamente, e si è rialzato. Ha rischiato di bruciarsi perchè il suo talento era talmente tanto cristallino che la Honda, dalla Moto3, decise di portarlo immediatamente in MotoGP nel 2015. Ci credevano a Tokio, anche se Jack aveva un carattere che sarebbe stato perfetto negli anni Settanta o Ottanta, ma non nella iper professionale MotoGP di oggi. Fece arrabbiare (eufemismo nda) Livio Suppo ai tempi, perchè all'allenamento preferiva il divertimento.

Eppure una vittoria la portò a casa sotto il diluvio di Assen, con una Honda clienti davvero poco competitiva. Il rischio di rimanere fuori dal giro fu alto, e così nel 2018 si reinventò in Pramac. Una famiglia quella del team di Campinoti, che permise a Miller di crescere anche come uomo. La definitiva consacrazione lo scorso anno: Jack è un pilota maturo, veloce, capace di ragionare anche in ottica mondiale. "Devo ancora realizzare che quest’anno correrò nella squadra ufficiale Ducati. Ci è voluto un lungo percorso per riuscire ad arrivare fin qui e vestire finalmente di rosso". 

PECCO, ROSSO FIN DA PICCOLO

Maturità certo, quella che è evidente, non manca a Bagnaia, dall'alto - si fa per dire - dei suoi 24 anni. Francesco Bagnaia, detto Pecco, è uno di quei piloti il cui cursus honorum parla chiaro. Un cammino iniziato in Moto3 con qualche difficoltà, sbocciato con la Mahindra, esploso con il titolo mondiale Moto2 conquistato con lo Sky Racing Team ed un cammino sempre appoggiato da Ducati, fin dal 2018. Pecco è un tipo di poche parole, ma con tanta classe. Uno stile di guida pulito, danzante, con la capacità di leggere e capire l'anteriore di una moto come pochi al mondo. Certo, essere un talento non basta, sopratutto se si inizia in MotoGp con una Ducati, moto non facile da capire. Un primo anno duro, con tante cadute che per poco non lo mettevano alla porta. Il 2020 però, era iniziato con una velocità tale da poter raccontare di nuovo di quel Pecco campione.

Eppure, la fortuna non è mai stata dalla sua parte: motore rotto a Jerez quando si trovava virtualmente sul podio, poi la frattura della tibia a Brno. Il rientro - quando ti stai giocando le tue chance per un posto da ufficiale - a Misano, con tutti gli occhi puntati, per capire se davvero sei un fuoco di paglia o puoi portare quei vessilli rossi. Bagnaia rispose con un secondo posto, ed una vittoria sfiorata. Oggi serve fare quel piccolo passo in più: "Sono orgoglioso di essere riuscito a raggiungere questo primo obiettivo e quest’anno cercherò di puntare ancora più in alto in termini di risultati. Poter fare parte della squadra ufficiale Ducati è sempre stato il mio sogno: cercherò di dare il massimo per non deludere le aspettative"

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