Felicità a Barcellona, pari col Deportivo e festa per il titolo: Xavi lascia tra gli applausi. Il Real ne fa 7

Felicità a Barcellona, pari col Deportivo e festa per il titolo: Xavi lascia tra gli applausi. Il Real ne fa 7
di Benedetto Saccà
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Sabato 23 Maggio 2015, 22:18 - Ultimo aggiornamento: 22:35
È calato il sipario anche sulla scena della Liga. Nell’ultimo turno il Barcellona, il rivale della Juventus nella finale di Champions, ha soltanto pareggiato con il Deportivo La Coruña al Camp Nou (2-2) ma, questo va sottolineato, per la verità aveva conquistato il titolo già la settimana scorsa e, dunque, stasera è sceso in campo leggero psicologicamente e piuttosto snaturato nella formazione. Dei consueti titolari, per dire, solo Leo Messi, Neymar e Jordi Alba sono stati schierati dal primo minuto: e, a dirla tutta, nell’undici di avvio hanno trovato una maglia perfino i debuttanti Vermaelen e Masip.
Come sempre, Messi ha sbloccato il risultato al quinto muoversi di lancette, quindi ha raddoppiato allo scoccare dell’ora. È chiaro che la sfida abbia risentito del quadro generale. E così, sereno come non mai, il Barça si è lasciato acciuffare ben presto delle reti di Perez e di Salomão.

Poco importa, in fondo: perché i catalani hanno concluso il campionato con un bilancio di 94 punti, frutto legittimo di 30 vittorie, quattro pareggi, altrettante sconfitte, 110 gol segnati e appena 21 subìti. Una cavalcata da applausi, non c’è dubbio. Dopo la fine della partita, il pubblico del Camp Nou ha allestito una magnifica coreografia che ha foderato l’intero stadio: i tifosi e la squadra hanno festeggiato la conquista del titolo e, soprattutto, hanno tributato un’ovazione a Xavi, giunto all’ultima gara di una carriera o, meglio, di una vita tinta di blaugrana. I compagni lo hanno perfino portato in trionfo, piccolo, grande campione. Insomma, commozione e gratitudine, felicità e dispiacere hanno colorato la serata di Barcellona, bagnata da litri di allegra malinconia. Impossibile per la Juventus trarre nuove indicazioni valide. È ovvio che il Barça fosse in maschera: forse la rete degli appunti si potrà tirar su sabato prossimo, il giorno della finale della Copa del Rey tra i catalani e l’Athletic Bilbao.

Naturalmente anche il Real Madrid di Carlo Ancelotti ha chiuso l’avventura in campionato. Grazie a una tripletta di Cristiano Ronaldo e ai gol di Hernandez, James Rodriguez, Jesé e Marcelo, ha sbriciolato il Getafe al Santiago Bernabeu (7-3) e ha spento i motori a due soli punti dal Barcellona. Chissà il rumore dei rammarichi. Se non altro, la squadra può vantare il miglior attacco del torneo con 118 reti e il miglior marcatore del torneo, il Pallone d’oro Cristiano Ronaldo, autore (esagerato...) di 48 centri. Eppure. Eppure Ancelotti saluterà il club nelle prossime ore, esonero in arrivo: intanto stasera ha assistito alla partita seduto in tribuna, squalificato, insieme a Khedira e a Modric. Non sarà semplice, ma solo il passo del commiato, ora, resta da compiere.