Da Reja a Pioli, cambia il destino di Keita
da riserva a titolare in coppia con Klose

Da Reja a Pioli, cambia il destino di Keita da riserva a titolare in coppia con Klose
di Alberto Abbate
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Domenica 6 Luglio 2014, 01:16 - Ultimo aggiornamento: 13:28
Il fattore K2: Keita e Klose per Pioli. Il nuovo allenatore non vede l'ora di vederli al lavoro insieme. Dovrà comunque aspettare agosto, quando rientrerà Miro dal Brasile: «Alla Lazio penserò magari dopo aver vinto il mondiale». L'attesa però non sarà un dramma. Klose e il “Balde” giovane hanno già fatto il rodaggio con Reja, adesso possono volare. Pioli ha sposato il progetto e le idee di Lotito e Tare. Che anche in questo senso non combaciavano col vecchio Edy: per lui Keita non era un titolare fisso. Per l'ex tecnico del Bologna invece è il faro del presente: «Nella scorsa stagione ho imparato tanto, ho dato il massimo - assicura l'ex Barcellona - e sono maturato ogni giorno di più. Come squadra abbiamo mancato l'obiettivo, ma il prossimo anno non falliremo». Sbocciato in Primavera, questo figlio dei fiori. Ora è il nuovo nettare della Lazio.



ALL'ATTACCO DELL'EUROPA

Keita dell'oro. Pioli era già rimasto impressionato dal gol di Diao al Sant'Elia. Chi lo ha dimenticato? Destro, sinistro fulminante, davvero una maravilla, come il suo soprannome. Allora scagliava di nuovo all'angolino il suo futuro, servito dal dono di Klose: è Miro il segreto della sua crescita, il suo unico padrino. Il panzer se lo coccola, è il solo che riesce a domarlo: i due per un anno hanno studiato insieme i movimenti in allenamento. In campo parlano di continuo, così uno realizza i desideri dell'altro. Il prossimo è un sogno: «Voglio tornare in Europa con questa maglia e vincere a Roma, farò parecchi gol per contribuire alla causa. Davanti con Klose e Candreva ci sarà da divertirsi». Al banchetto ora c'è pure Djordjevic. Lì davanti, aggiunto un posto a tavola.



PROBLEMI IN DIFESA

Benedetta concorrenza, Keita: «Più giocatori buoni arrivano, meglio è, anche per una sana rivalità e una migliore qualità nel gruppo. Spero che i nuovi acquisti ci diano una mano a crescere. La Lazio è un grande club e dobbiamo lottare per portarla più un alto possibile». Ma il mercato non ha ancora risolto il problema principale di Reja e ora di Pioli: la difesa. Serve un doppio colpo, l'obiettivo fisso adesso è Astori: appuntamento alla prossima settimana per chiudere col Cagliari. Anche se il presidente Giulini, rassegnato alla cessione, spinge per le sue origini: l'Inter. Lotito pronto all'accelerata per evitare beffe e mantenere – senza infierire troppo sul bilancio (chiusa a -5milioni l'attività al 30 giugno) – la promessa ai tifosi.



IN PARTENZA LA CAMPAGNA

Ancora sfoggio di lazialità. Ieri in una nota il presidente ricordava il 5 luglio 1987, data della permanenza in Serie B: «114 anni di Lazio ci hanno insegnato che in passato il dolore e la sofferenza sono stati il collante per migliaia di tifosi, rievocando una riscossa che in alcuni casi ha oltrepassato il limite del possibile. Nella stagione del meno nove io avevo 30 anni, e mai avrei pensato un giorno di salire alla guida della Lazio, ma ricordo lo spareggio di Napoli contro il Campobasso con estrema limpidezza. Una giornata memorabile che io seguii dagli spalti». Chissà se l'ennesimo messaggio toccherà il cuore dei laziali. Presto la risposta nei numeri: domani verrà fissata la partenza della campagna abbonamenti.
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