Scudetto Napoli, la vittoria della rinascita di una città: quella consacrazione che va oltre il calcio

Lo scudetto è il simbolo di una nuova stagione per il capoluogo Campano: che dall'economia al turismo scaccia via le etichette del passato

Scudetto Napoli, la vittoria della rinascita di una città: quella consacrazione che va oltre il calcio
di Giuseppe Gioffreda
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Giovedì 4 Maggio 2023, 22:39 - Ultimo aggiornamento: 5 Maggio, 10:39

“Ricomincio da Tre”, aveva “profetizzato” Massimo nel 1994. Massimo è Troisi. Il “tre” preso in prestito dal titolo del suo film era il numero dello scudetto che si augurava sarebbe arrivato presto a Napoli.

Un augurio che faceva ai tifosi partenopei che in precedenza lo avevano omaggiato mutuando dal cilindro della sua produzione cinematografica il “Scusate il ritardo” quando all'ombra del Vesuvio era arrivato il primo dei due titoli nazionali messi in bacheca.

 

 

Napoli e il terzo scudetto

Di anni ne sono passati certo di più di quelli che aveva sperato Massimo, ma adesso Napoli ricomincia da tre: 1986-87, poi 1989-90, infine 2022-23. Terzo scudetto. I primi due piovuti addosso alla città per mano di “un marziano”. Un marziano che rispondeva al nome di Diego Armando Maradona. Un fuoriclasse che prima aveva portato un entusiasmo quasi senza precedenti nel capoluogo campano e che poi lo aveva tramutato in sogno. Un “miracolo” che quasi strideva con l'immagine di allora (immeritata come quasi tutte le etichette appiccicate addosso a qualcosa o qualcuno) di Napoli. Un “una tantum” per la città di quegli anni e per la squadra per come era stata in quegli anni. Oggi invece no. Se quello di Maradona era una sorta di riscatto di Napoli e della “napoletanità” questo terzo scudetto è il titolo della rinascita nella rinascita. Una perla in una città che si è scoperta perla non solo calcisticamente parlando.

Una consacrazione a tutto tondo.

Il titolo di Maradona

Nel 1984, quando Diego arrivò a Napoli, la città si scosse perché aveva un sogno, ma nessuno immaginava quanto sarebbe stato grande e irripetibile: non solo per i due scudetti o per la Coppa Uefa né per le partite vinte, ma per tutta la bellezza che emanava dal prato dell'allora San Paolo e diventava poesia. La Napoli di quegli anni Ottanta era la Napoli dei palazzi puntellati sui Quartieri Spagnoli, del declino dell’Italsider, della guerra della Camorra attratta dai soldi della ricostruzione, dell'eroina, dell'assassinio del giornalista Giancarlo Siani. Con quel sogno finiva, era finita, la Napoli di un dopoguerra troppo lungo, con un’oleografia che s’era spinta al cinema fino al termine degli anni Settanta col Corbucci di “Giallo napoletano” e “La mazzetta”. Negli anni Ottanta ci sarebbe stato “Il camorrista” di Tornatore, o “Mi manda Picone” di Nanni Loy per raccontare una città che tuttavia – fra l’orrore, il cambiamento, le teste mozzate del criminologo Semerari e del camorrista “Bambulella” – conobbe pure splendori.

 

"Ricomincio da tre"

Questa Napoli del “Ricomincio da tre” è una città nuova. Diversa. Per chi di Napoli non è e non la vive giorno per giorno in prima persona, prova ne siano i dati sul turismo. Un ambito per cui il capoluogo campano vive una vera e propria nuova primavera. Oggi è una destinazione di riferimento non soltanto a livello italiano, ma per tutto il mondo. Solo nel mese di dicembre scorso aveva accolto un milione e mezzo di turisti, con un trend che non si è più interrotto. Il porto è un vieni e parti di turisti stranieri e non. Un momento d'oro recentemente riconosciuto anche dalla prestigiosa voce della rivista Time che ha inserito la città tra i 50 migliori luoghi da visitare al mondo nel 2023 (al 12esimo posto, per la precisione). Il motivo? «L’iconica città gode finalmente di una reputazione che corrisponde alla sua età dell'oro. Napoli, con il suo mare scintillante, le strade decorate e l’imponente vulcano, sta vivendo una rinascita». Il Time cita  L'Amica Geniale, la serie di romanzi di Elena Ferrante, arrivati negli Stati Uniti grazie al riadattamento cinematografico di Saverio Costanzo per HBO. La serie tv, ambientata a Napoli, ha ulteriormente ampliato la notorietà della città partenopea. Per il Time, quindi, Napoli non è più soltanto una parte del viaggio, ma la destinazione, grazie anche ai voli diretti stagionali dagli Stati Uniti e all'alta velocità ferroviaria che la connette con Roma. E a confermarlo, in questo senso, ci sono i numeri. Il capoluogo campano, infatti, ha detto addio a un turismo mordi e fuggi che in passato lo caratterizzava e può contare su un aumento della permanenza media, che è di quasi quattro giorni a fronte del 2,7 di quattro anni fa.

La crescita della città

Basta così. No. Parliamo di economia? Napoli aggancia il passo di crescita del Paese. E tornano gli investimenti. C’è aria di risveglio. Le imprese riprendono a investire e a utilizzare gli incentivi disponibili. Dalle prime indicazioni la variazione del Pil dovrebbe essere almeno in linea o lievemente superiore alla media nazionale (+0,6%). Le imprese, nel 2022, in Campania sono cresciute dello 0,94% a fronte dello 0,89% del Mezzogiorno e 0,79% dell’Italia.  A crescere molto è anche l’offerta di formazione. L’ultima inaugurata, all’interno del Polo universitario della Federico II di San Giovanni a Teduccio, è la Agritech Academy. La prima era stata la Apple Developer Academy. Oggi ce ne sono undici in totale. Anche gli studi di consulenza raccontano di una vivacità nuova, determinata perlopiù dall’esigenza di avviare le transizioni ecologica e digitale.

E vanno a gonfie vele anche i redditi. Certo – come nel resto del Sud – l'imponibile dei contribuenti resta a livelli bassi se paragonati a quelli delle città del Nord. Ma a Napoli crescono più che in altri luoghi. Nei dati pubblicati l'altra settimana dal Dipartimento Finanze viene fuori che nel capoluogo campano la crescita nominale è stata dal 4,3%. Più di Roma (4,1%), più di Bolzano (4,1%), più di Siena (3,6%), più di Novara (3,6%) e di molte altre.

La Napoli calcistica

E poi c'è un'altra squadra. Il Napoli di Ferlaino degli anni appena precedenti l'arrivo di Diego galleggiava tra posizioni di media-alta classifica, con qualche punta sul podio. Poi l'expoloit anche in Europa. Il Napoli di Osimehn, Kvara e compagni e quello precedente (dopo la risalita dagli anni della C1) con la guida di De Laurentiis si è conquistato un posto fisso nell'Olimpo del calcio italiano. Più volte è finita sul secondo gradino del podio. Dal 2016 al 2020 ha avuto un posto fisso in Champions, è entrata di diritto nel novero delle Grandi in Europa. E il resto, l'oggi, è sotto gli occhi di tutti. E da domani si ricomincia da Tre.

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