LA RIVINCITA
Se di Nicolò è inutile perdersi nel raccontare cosa può dare alla Roma (non a caso la flessione della squadra è coincisa con il suo ko: 4 sconfitte nelle prime 5 partite disputate senza di lui), Zappacosta è tutto da scoprire. Si può partire da una certezza: nei progetti estivi era lui il terzino titolare. Anche Florenzi, dopo averlo più volte negato quando vestiva ancora la maglia giallorossa, qualche giorno fa lo ha ammesso: «Fonseca non mi vedeva terzino». E proprio per questo motivo aveva dato il via libera all’arrivo di Zappacosta. L’avvisaglia di una stagione da dimenticare, l’ex granata l’ha però avuta subito. Prima giornata contro il Genoa: al ‘93 ha la palla del 4-3 davanti al portiere ma la sbuccia. Seconda giornata: nel riscaldamento pre-derby s’infortuna riportando una lesione di secondo grado al muscolo soleo. La prognosi è 3-4 settimane di stop. Quando sta per rientrare, si rompe il crociato. Averlo nuovamente a disposizione permetterà a Fonseca di giocare a destra con terzini molto propositivi. Quale sia il modulo tra lui e Peres la spinta non mancherà. Dodici gare per strappare una conferma, anche se in prestito. La Roma (assemblea dei soci il 26 giugno) ha qualche dubbio. E non è un caso che dall’Argentina l’avvicinino a Montiel (River Plate).
SESTO UOMO
Discorso a parte merita Pastore. A fine ottobre sembrava rinato. Messosi alle spalle i problemi fisici, l’argentino era riuscito a infilare 4 gare consecutive da titolare (Milan, Udinese, Napoli e Parma). L’euforia è durata poco. Un edema all’anca l’ha tenuto fuori per altri 4 mesi. Ora con Mkhitaryan e Pellegrini in forma, appare difficile toglier loro il posto. Ma Pastore potrebbe comunque rivelarsi importante, come nel basket lo è il ‘sesto’ uomo. Soprattutto in estate, con ritmi più lenti, l’estro e la classe dell’ex Psg potrebbero essere decisive. L’importante è che stia bene. Particolare non di secondo piano.
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